W MOMIX FOREVER

a cura di Andrea Chemelli 

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Inventare qualcosa di nuovo e originale al giorno d’oggi è difficilissimo, specie se si opera all’interno di un settore artistico già ampiamente sviluppato, in cui ormai si è sperimentato di tutto nel corso di decenni, per non dire secoli o addirittura millenni. La danza è senza dubbio uno dei più antichi, visto che l’essere umano la pratica fin dalla notte dei tempi…eppure a volte qualcuno ci riesce. Si tratta di menti geniali, capaci di intuizioni fuori dal comune affiancate da eccezionali capacità, sia creative che tecniche.

Moses Pendleton non solo appartiene a questa élite, ma vi occupa un posto d’onore.

Nato nel Vermont, dove il padre possiede una fattoria e alleva bestiame, il giovane Moses manifesta ben presto grande amore per la natura unito a una spiccata predisposizione atletica, che esprime in qualità di promettente sciatore. Ma la sua mente visionaria, insieme ad una serie di vicissitudini (tra cui il suicidio del padre e successivamente un incidente sugli sci) lo spingono a rimettersi in gioco in altre direzioni, abbandonando la prospettiva di una tranquilla ed agiata vita di campagna. Il giovane Moses si dedica ad esplorare sempre più a fondo l’universo della bellezza, della fisicità, dell’estetica sublime offerta dal corpo in movimento unita all’emozione della scena: è così che entra nel mondo della danza.

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Nel 1971 collabora alla formazione di Pilobolus, un gruppo di atleti ballerini alla ricerca di un linguaggio coreografico che è fusione tra sport, arte, danza e multimedialità. Ma Pendleton non può fermarsi qui, sente il bisogno di potersi esprimere come coreografo, regista e scenografo lavorando in piena autonomia con una compagnia tutta sua, che fonda nel 1980 e battezza col nome di Momix (ispirandosi, curiosamente, alla marca di un integratore alimentare per bovini).

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Inizia così un’avventura che proseguirà per oltre 35 anni, attraverso la creazione di una serie di memorabili spettacoli , ispirati ora allo sport (Baseball), ora alla natura (Opus Cactus e Botanica), alla suggestione di un particolare paesaggio musicale (Passion), all’astronomia (Lunar Sea), all’alchimia (Alchemia), fino a Remix, un lavoro antologico presentato nel 2014, e all’odierno W Momix Forever.

Grazie ad un innovativo e sapiente uso di luci, materiali particolari, proiezioni ed effetti scenici i corpi dei danzatori appaiono e scompaiono, si pietrificano o fluttuano, si trasformano in fiori e uccelli…. la metamorfosi è una costante nella produzione dei Momix perché, secondo Pendleton, “esiste una connessione molto stretta tra gli esseri umani, le piante e gli animali; e la danza, con il trans ipnotico in cui ci sommerge, è uno dei modi per rivelarla”. “La mia ispirazione è un po’ meno urbana rispetto agli altri coreografi – dice ancora Pendleton – Trascorro un sacco di tempo nel mio giardino, passeggiando tra i girasoli….”.

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Gli spettacoli dei Momix sono pura bellezza, un inno alla fisicità in cui i corpi non emanano nulla di sessuale. Si muovono come foglie, foglie bellissime che fanno innamorare sprigionando grazia ed energia vitale sulle note di emozionanti colonne sonore che spaziano da Vivaldi a Peter Gabriel, da brani New Age a rumori e canti di uccelli: nei suoi immaginifici spettacoli, Pendleton cerca e trova la natura nei corpi dei suoi ballerini, coltiva e inneggia il suo giardino sul palcoscenico.

Qualche anno fa ho avuto la grande fortuna e il raro privilegio di poterlo incontrare, frequentare la compagnia e fotografare alcuni spettacoli grazie al loro angelo custode, l’impresario che da anni organizza e segue le loro tournée in giro per il mondo: un gentiluomo d’altri tempi di nome Julio Alvarez, col quale ho stretto una bella amicizia.

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Il cast artistico è in continua evoluzione e ogni anno la compagnia tiene audizioni alla ricerca di giovani danzatori talentuosi ed atletici in possesso di solide basi tecniche, sia classiche che contemporanee, aperti alla creatività, fantasia e innovazione. Le audizioni sono aperte e le date vengono pubblicate sul sito ufficiale: volete partecipare?

Se non ve la sentite, o se siete in dubbio, non perdetevi uno degli spettacoli della loro imminente tournée italiana, che ripropone Opus Cactus, spettacolo ispirato alla natura del deserto nordamericano.

 

Ecco le date:

Dal 22 al 27 novembre: Teatro Toniolo, Mestre;

Dal 29 novembre al 4 dicembre: Teatro Comunale, Vicenza;

6 e 7 dicembre: Auditorium Palabanco, Brescia;

9 e 10 dicembre: Teatro Cleberg, Bergamo;

12 e 13 dicembre: Teatro Comunale, Varese;

Dal 15 al 18 dicembre: Teatro Comunale, Carpi.

 

 

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