FOTOGRAFARE LA DANZA

a cura di ANDREA CHEMELLI

La fotografia di scena è una branca molto particolare, capace di dare grandi soddisfazioni ma che, oltre a richiedere una spiccata sensibilità artistica unita a un’ottima padronanza tecnica, obbliga il fotografo a osservare una serie di regole e attenzioni.
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È infatti necessario operare in maniera di non recare disturbo agli spettatori e agli artisti sul palco: bisogna diventare invisibili e silenziosi, perché anche il click di uno scatto nella platea di un teatro può risultare molto più rumoroso di quanto si possa pensare. È quasi sempre necessario fotografare da fondo sala o da uno dei palchi frontali (quindi da una postazione lontana anche decine di metri dal palcoscenico), ed è assolutamente vietato usare il flash e farsi notare in alcun modo.

Se poi si tratta di uno spettacolo di danza, le cose si complicano ulteriormente: ci si trova a riprendere azioni dinamiche con luci di scena sempre affascinanti ma spesso decisamente scarse per la fotografia, quindi bisogna lavorare con fotocamere capaci di alte sensibilità, teleobiettivi molto luminosi e tempi di scatto sufficientemente veloci a bloccare movimenti come salti e piroette: in poche parole, si opera in condizioni al limite. È uno dei tipi di fotografia meno democratici, per poterla praticare è indispensabile possedere un’attrezzatura adeguata, decisamente costosa.

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Personalmente, uso fotocamere Nikon full frame (D4s e D800), con ottiche 70-200 f2,8 VR e 300 f2,8, montate su un monopiede con testa a sfera e regolate tra i 1200 e i 5000 ISO, con diaframmi molto aperti e tempi di scatto da 1/125 a 1/500 di secondo. È inutile ricercare un bilanciamento del bianco specifico visto che il colore delle luci cambia continuamente, ma può essere conveniente scattare in raw, per poter in seguito recuperare errori di esposizione. Altri accorgimenti: per prima cosa è necessario procurarsi un accredito (di norma non è consentito fotografare durante uno spettacolo), dopo di che conviene arrivare in teatro col dovuto anticipo, informarsi su dove è o non è consentito posizionarsi, vestirsi di nero (non per sfizio estetico ma per potersi muovere nella penombra senza farsi notare), procurarsi un’imbottitura insonorizzata per la fotocamera (che va regolata in modalità “scatto silenzioso”), trovarsi una postazione frontale a fondo sala, badando a non impallare la visuale di spettatori o cameramen, e soprattutto scattare con parsimonia, approfittando degli stacchi musicali più forti, che spesso coincidono con gli “accenti” coreografici.

Se è possibile, assistere alle prove dello spettacolo ci può aiutare molto per capire quali saranno i momenti più interessanti, oltre a permetterci di fotografare i danzatori in momenti di minor tensione e da postazioni più vicine, approfittando della mancanza di spettatori.

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È sempre buona regola consegnare o spedire entro tempi brevi una selezione delle immagini migliori agli artisti, al regista o al direttore artistico del teatro: in questo modo, se si è lavorato con professionalità, sarà possibile ottenere in futuro nuovi accrediti.

Infine, un occhio di riguardo nel precipitarsi a pubblicare ovunque le immagini appena riprese: chiedere agli artisti o a chi per loro un’autorizzazione o anche un semplice parere è di dovere.

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