Hair look assolutamente raccolti in modo casual ma glamour allo stesso tempo grazie ad un makeup sensuale ed accattivante. Uscire dal mood- intrecci che ritroveremo in primavera e assolutamente controcorrente rispetto alle onde e i movimenti romantici visti l’anno scorso.
Per le festività 2017-2018: accessori, cappelli, velette, fasce: questo è il reale trend che valorizza e rende unica la donna contemporanea.
Per i tuoi impegni mondani e non, scegli di distinguerti, ispirati ai beauty look che ho selezionato per te.
La natura e lo stesso essere umano ruotano attorno ai cicli delle stagioni, la primavera è paragonabile alla nostra infanzia, all’essere gioioso e giocoso che dentro di noi, il bambino. In natura la primavera è il rifiorire dopo la lavorazione autunnale della terra e la sua messa a riposo invernale. Con i primi raggi di sole si scioglie il freddo, riprendono a battere tutte le linfe vitali sia in natura che dentro al nostro corpo, al nostro essere, tutte le nostre cellule, come le cellule di ogni essere vivente sulla Terra iniziano a cibarsi di una luce forte e profonda. Padre Sole ci dona il risveglio!
Risvegliarci, come farlo e in che modo affrontare al meglio la primavera che spesso si porta dietro gli strascichi dell’inverno? Come uscire dal quel torpore che ci avvolge nonostante il desiderio di rinascere sia forte? Come le piante, il nostro corpo, le nostre cellule hanno bisogno di tempo per riprendere un’attività più intensa dettata dalla luce, è molto importante risvegliarsi in armonia con la Natura, la vita frenetica ci obbliga invece a ritmi sempre più veloci, dobbiamo invertire la rotta.
La parola primavera ha in sé come etimologia primo dal latino (inizio) e vera l’equivalente di ardente, splendente, quindi iniziare in modo splendido, ma con tutta la stanchezza che si accumula l’inizio di questo risveglio cellulare è tutto fuorché ardente. Il nostro essere ha bisogno di ripulirsi dalle tossine che ogni giorno assorbiamo dalle nostre emozioni e dall’ambiente circostante, prendersi cura di sé diventa sempre più un’utopia, per questo dobbiamo iniziare a smaltire la pesantezza fin da questa stagione capace di regalarci emozioni bellissime e colorate ed iniziare ad aprirci al sentire sottile, l’ascolto questo arcano ormai dimenticato e assopito dai troppi rumors. Ascoltare noi stessi? Chi di noi lo fa davvero? Chi di noi ci ha provato poi ha mollato? Troppo difficile? Troppo impossibile? Cosa significa ascoltarsi in modo sottile? Cosa possiamo ascoltare in modo sottile? Perché questa perfetta sconosciuta lo associa alla primavera? Si può ascoltare in modo sottile tutto l’anno? Ma soprattutto cosa significa ascoltare tutto il nostro essere?
Avete presente quella lieve sensazione di brezza sulla pelle tipica della primavera inoltrata? Ecco io paragono quella sensazione al sentire sottile, ascoltare il nostro essere percepirlo è come quella brezza che accarezza lieve la pelle ma che è capace di arrivare fino al nostro cuore se solo liberiamo la mente e chiudiamo gli occhi. Sentire sottile è avvertire la sensazione di essere unici ma anche di avere attorno a noi l’altro in tutta la sua essenza, di avere attorno a noi degli splendidi esseri di Luce, le nostre guide e poter sentire il loro abbraccio, proprio come fa il fiore quando dischiude i petali, a poco a poco, cresce, si apre, si offre e si abbandona alla meravigliosa sensazione di brillare di luce propria ma anche della luce riflessa di tutto il creato che ha attorno. Sbocciare dentro di noi per risplendere nel nostro corpo, iniziando a volerci bene, a rallentare i ritmi, a percepire quando stiamo male e il corpo ci dice: “Ehi fermati, non tirare ancora la corda, cosa c’è che non va? Smettila di raccontarti che tutto va bene, accetta che qualcosa non funziona e prenditi cura di te”, se davvero iniziamo ad essere sinceramente in ascolto di noi, e se iniziamo davvero a guardarci con occhi diversi accettando i nostri fallimenti, allora ecco che possiamo iniziare davvero a ripulirci da tutti gli orpelli inutili che ostacolano il nostro benessere.
Ogni mattina iniziate a farvi del bene, con un sorriso a voi stessi, con una frase di ben alzato, spesso io mi dico una frase che mi ha insegnato l’Arcangelo Ariel: “Il Cosmo Luminoso mi ama, io sono amore e luce, desidero amore e luce per me e per gli altri, sono un degno figlio di Dio”. Ditelo con cuore sincero, all’inizio non vi sentirete molto convinti ma come tutte le cose semplici ma non facili, amarci e amare gli altri, implica molto allenamento, quindi non demordete e continuate finché questa frase non vi entrerà in ogni singola cellula, e per iniziare bene la primavera pulendo le tossine vi do una piccola ricetta, che ripulisce anche i nostri sette corpi sottili, per sette giorni (guarda caso!!) bollite in acqua 5 cm di radice di zenzero e un limone, tagliate a pezzetti sia il limone che lo zenzero e fate bollire in acqua per circa 10/15 minuti da quando l’acqua entra in ebollizione, lasciate raffreddare, togliete zenzero e limone e poi bevete l’acqua durante la giornata, questa acqua detox (ed è veramente purificante sotto ogni aspetto sia fisico che psichico) fa solo per 7 giorni. Se la volete ripetere lasciate passare un mesetto tra un ciclo e l’altro. Aggiornatemi sugli sviluppi del Detox Emozionale e Fisico. Questi sono piccoli passi per iniziare a fare Primavera dentro e fuori di voi, perché non possiamo avere pace nel mondo se non mettiamo per prima cosa pace dentro di noi. Buona Primavera a tutti!
Certamente il modo in cui ci vestiamo la dice lunga su chi siamo, cosa facciamo e come, per dirla in breve, ci atteggiamo e muoviamo ed adoperiamo nei confronti della vita.
Anche le scelte dei colori che, a pensarci bene alla fine sono sempre gli stessi a volte per lunghi periodi, non sono del tutto casuali e perlomeno lasciano bene trasparire il nostro stato d’animo nel momento esatto in cui li indossiamo aiutandoci ad essere più noi stessi, più disinvolti e perché no, più coraggiosi in un mondo che ogni mattina ci appare sempre maggiormente difficile da affrontare.
Forse soffermandoci davanti allo specchio prima di uscire di casa analizzando con cura ciò che abbiamo indossato, ci potrebbe aiutare a “raccogliere informazioni” che perfino a noi, che pensiamo di sapere tutto di noi stessi, possono sfuggire e da queste magari trarne vantaggio..
Anche per quest’estate in arrivo, diversi stilisti hanno proposto outfit “total colors”; non sono certamente facili da gestire ma il “pianeta moda” è grande e troveranno sicuramente “followers” all’altezza della situazione!
L’abbigliarsi di ROSSO ad esempio, mette in evidenza la nostra forza vitale, la nostra energia, il desiderio di imporsi nelle relazioni sociali cercando di raggiungere i fini stabiliti nei tempi che ci siamo dati. Certamente a chi di rosso si veste non disturba farsi notare ed essere al centro dell’attenzione, anzi si muove tra la gente con sicurezza e determinazione.
Chi indossa un “Total ORANGE” è certamente in pace con sé stesso e con gli altri; trasmette gioia e voglia di vivere e spesso ci incanta per la sua bontà ed altruismo. Non è persona contorta e non usa artefizi per ottenere ciò che desidera, è sicuro di sé e affronta la vita con con un’energica allegria.
Vestirsi di GIALLO denota una forte personalità ed una grande consapevolezza di sé, buon umore ed una vivacità che aiutano a ricaricarsi nei momenti “no” permettendo di dedicarsi al futuro con un maggiore entusiasmo.
Un outfit “tutto VERDE ” ci può aiutare a ritrovare il nostro equilibrio interiore, a riflettere su noi stessi e su ciò che ci circonda con maggior attenzione e razionalità. Questo può renderci più intriganti e carismatici verso il prossimo poiché le persone che riescono ad affrontare la vita con, almeno in apparenza, un certo distacco affascinano sempre quasi tutti.
Il total BLU e’ certamente sinonimo di eleganza ed equilibrio. Non lascia trasparire molto di sé ma ciò che appare è certamente rassicurante. Trasmette il desiderio di voler in qualche modo farsi notare ma con garbo e gentilezza mantenendo il così detto “profilo basso”. Questo non può essere che un valore aggiunto!
Il tutto VIOLA è immagine di grande ricercatezza e stile, difficile da gestire perché per farlo nel modo giusto richiede grande attenzione nella gestione dei particolari. Chi lo utilizza è certamente persona sicura di sé ma alla ricerca di equilibrio interiore e tranquillità emotiva e cerca di mostrarsi al prossimo con sensibilità e gentilezza.
Il total PINK fino alle tonalità più accese come il FUCSIA viene associato ad atmosfere e situazioni romantiche, all’amore incondizionato. Nel fucsia si dice che la predominanza del rosa sul rosso porti ad attenuare l’immagine più forte ed “energetica” che si può ottenere vestendo di rosso dando di sé un’immagine spumeggiante ma allo stesso tempo elegante.
Come promesso dopo la panoramica generale sul Cosmoprof voglio dedicare uno spazio al lancio dei primi prodotti corpo Purophi, studiati e pensati come tutta la linea di skincare da quel genio cosmetico di Daniela, mente ed anima dell’azienda. Purophi è bio-ecocosmesi biotecnologica, nata dalla ricerca scientifica e dalla chimica “verde” sostenibile.
Botanical Black Detoxifing Cleanser – Un detergente corpo innovativo nella formulazione dall’azione spiccatamente disintossicante, purificante ed antiossidante, previene la disidratazione lasciando la pelle ossigenata, idratata e luminosa. Il suo colore nero deriva dalla polvere di Carbone attivo di Bambù, ovviamente il colore non resta sulla pelle e lascia la pelle depurata da tutte le tossine ed impurità, morbida e liscia. La quota oleosa del detergente, particolarmente delicato, è dato dall’Olio di crusca di riso, ricco di acidi grassi essenziali e vitamine, e dal karitè, indicato per pelli disidratate e prive di tono. Il momento della detersione di trasforma in trattamento di bellezza sfruttando il meglio della cosmesi naturale.
Botanical White Antiaging Body Cream – Un fluido corpo lussuoso con estratto Enzimatico di Tartufo Bianco Italiano, foglie di tè biologico ed acido Ialuronico a doppio peso molecolare. Tra gli attivi principali troviamo il pregiato tartufo che aumenta l’elasticità fornendo un effetto filler, l’estratto di tè è antiossidante, protettivo a livello del microcircolo e favorisce il drenaggio dei liquidi, mentre l’Acido Ialuronico a doppio peso molecolare mantiene forma e tono dei tessuti con effetto tensore. La consistenza è scorrevole e si assorbe con rapidità, il tocco elegantemente profumato è dato da note olfattive naturali di lime e pepe rosa. Anche in questo caso Purophi ha creato un prodotto unico per le sue qualità antiage abbinate ad un’azione anti-macchia e tensore. La linea corpo sarà disponibile nei punti vendita Purophi a partire da fine Aprile.
Al prossimo appuntamento con il mio angolo eco-bio!
a cura di Federica Clemente e Thomas Calderoni – Ambulatorio Veterinario Associato San Luca
La prima rondine venne iersera a dirmi:
E’ prossima la Primavera! Ridon le primule nel prato, gialle, e ho visto, credimi, già tre farfalle. Accarezzandola così le ho detto: Sì è tempo, rondine, vola sul tetto! (Gianni Rodari)
Benvenuta primavera!! E con il suo arrivo iniziano le prime gite fuori porta, le prime lunghe passeggiate, comincia davvero il piacere di concedersi un po’ più di tempo all’aria aperta…ovviamente sempre in compagnia dei nostri inseparabili amici a quattro zampe!! Tra i principali problemi derivanti da tale abitudine, ricordiamo infatti, le cosiddette ectoparassitosi, cioè le infestazioni da parassiti cutanei e le patologie a esse correlate.
In primavera e in generale, con l’aumento delle temperature, la natura si risveglia. Così avviene anche per pulci, zecche, zanzare ealtri parassiti che in primavera costituiscono un vero problema e tormento per i nostri cani e gatti. Oltre a creare fastidio, possono provocare infezioni o trasmetter loro malattie.
Le pulci sono degli insetti che appartengono al genere Ctenocephalydes spp, e la specie più diffusa, nel gatto e nel cane domestico è Ctenocephalydes felis. Queste possono ritrovarsi sul corpo dei nostri animali e nel nostro ambiente domestico anche in inverno, ma l’infestazione aumenta in tarda primavera e all’inizio dell’autunno, quando le condizioni ambientali favoriscono lo sviluppo delle larve. Una volta sull’ospite tendono pertanto ad eseguire il “pasto di sangue” sul nostro animale (sono pertanto detti insetti ematofagi) ed entro 24-48 ore dalla prima assunzione di sangue, le femmine iniziano a deporre le uova. La parola “pulce” suscita già di per se stessa una sgradevole sensazione pruriginosa e, anche se il problema è nella maggior parte dei casi circoscritto unicamente a cani e gatti, non sono rari i casi di interessamento anche dell’uomo. Proprio per questo motivo, è fondamentale tenere il problema sotto controllo, verificando di tanto in tanto l’eventuale presenza di questi insetti sul corpo di cani e gatti, intervenendo al più presto nelle situazioni a rischio e mettendo in atto, quando risulta indicata, una regolare prevenzione in tal senso.
Un aspetto decisamente importante, invece, è la cosiddetta dermatite allergica da pulci, determinata da una sostanza allergizzante contenuta nella saliva dell’insetto: è sufficiente in tal caso anche un solo parassita per scatenare imponenti reazioni cutanee, che tendono rapidamente ad aggravarsi, amplificate dagli autotraumatismi (grattamento, leccamento, mordicchiamento) suscitati dal prurito. Prevenire è meglio che curare!!
Oltre alle pulci, un altro serio pericolo è rappresentato dalle zecche. Rhipicephalus sanguineus, dette volgarmente zecche, sono degli ectoparassiti grandi qualche millimetro negli stadi giovanili e più di un centimetro nella forma adulta. Il maggior rischio di riscontrarle durante i nostri pic-nic, giri al parco o gite fuori porta è legato al fatto che il loro ambiente di vita è rappresentato da erba alta e cespugli. Anche questi insetti, come le pulci, si nutrono del sangue dei nostri amici, e al loro passaggio non perdono occasione di “attaccarsi” e nutrirsi mediante un morso totalmente indolore. Le zecche si nutrono del sangue dell’ospite, sul quale si attaccano grazie alla presenza di una sorta di rostro boccale: una volta individuata la propria vittima, si arrampicano o si lasciano cadere su di essa e introducono la testa nel suo corpo, succhiandone il sangue e respirando tramite particolari strutture canalicolari che si aprono all’esterno. Le conseguenze possono essere anche letali: anemie, ferite e lesioni cutaneee a rischio di infezioni secondarie, trasmissione, a seguito della morsicatura, di malattie infettive di una certa gravità, come per esempio la piroplasmosi, l’ehrlichiosi, la malattia di Lyme e l’emobartonellosi.
Un discorso a parte riguardano le malattie trasmesse da vettori : la Filariosi Cardiopolmonare e la Leishmaniosi.
Entrambe le malattie sono subdole, difficilmente riscontriamo sull’animale la presenza di parassiti, e , proprio perché la trasmissione avviene attraverso nemici invisibili (zanzare e flebotomi), la diagnosi può essere fatta solo con opportuni accertamenti dal medico veterinario.
La filariosi è una malattia veicolata dalle zanzare ed in particolare, secondo recenti studi, è la zanzara tigre la maggiore responsabile della diffusione della malattia. A seconda del parassita veicolato, la filariosi può presentare una forma cardiopolmonare (causato da Dirofilaria immitis) oppure cutanea (causato da Dirofilaria repens). Le larve del parassita Dirofilaria immitis entrano nel sistema circolatorio e, una volta diventati vermi adulti (lunghi anche 15 cm), si insediano nelle vicinanze di cuore e polmoni, provocando disturbi cardiaci e respiratori. Crescono e si diffondono in maniera massiccia tanto che, se la malattia non viene diagnosticata e curata in tempo, può portare alla morte del nostro animale. I vermi adulti delle larve di Dirofilaria Repens, invece, vanno a localizzarsi nel sottocute, procurando danni decisamente minori. La filariosi può manifestarsi anche a distanza di mesi rispetto al momento del contagio, è perciò importante eseguire periodicamente un test di controllo presso il veterinario di fiducia per verificare che il nostro amico a quattro zampe stia davvero bene.
La leishmaniosi è una malattia infettiva e contagiosa causata dal parassita Leishmania Infantum, trasmesso dalla puntura di piccoli insetti, i flebotomi (pappataci). L’attività di questo vettore si realizza nelle ore crepuscolari e notturne con picco dopo il tramonto e quando le temperature sono tra i 15 e i 20° C. Durante il giorno, invece, rimane protetto e al sicuro rifugiandosi in luoghi oscuri come abitazioni, cantine, crepe dei muri, delle rocce e del suolo o anche buchi degli alberi. Durante le ore della sua attività, questo esegue il pasto di sangue sull’ospite, consentendo cosi il proseguimento del ciclo biologico del parassita che ha inoculato . La leishmaniosi è una zoonosi, ovvero può colpire anche l’essere umano. La trasmissione diretta da cane a uomo non è possibile perché, anche in questo caso, il vettore necessario è sempre il flebotomo. Infatti, i cani fungono solo da ospite “serbatoio” di Leishmania infantum.
Alla luce di quanto detto l’importante è ricordarsi una regola fondamentale:la prevenzione è l’arma più importante che abbiamo a nostra disposizione, per cui non fatevi cogliere di sorpresa dalla bella stagione, chiedete al vostro veterinario di fiducia un piano di protezione mirato e personalizzato per il vostro amico a quattro zampe!!
“Le informazioni contenute in questa rubrica sono esclusivamente di carattere divulgativo, generale e non devono in alcun modo essere sostituzione del parere medico del vostro veterinario di fiducia”
Primavera, la stagione del risveglio dopo il sonno invernale, la stagione del nuovo inizio. E iniziare da se stessi è il più bel risveglio che possa esserci. Ecco alcuni consigli utili e praticabili di coaching dedicato al nostro corpo.
Iniziamo a creare connessione consapevole con la saggezza del corpo, per sentirci più liberi e disintossicarci dalle scorie mentali che “inquinano” più di quelle chimiche ed ambientali: scegliete una posizione confortevole, seduti o sdraiati supini, chiudete gli occhi e cominciate ad accorgervi di avere un corpo e decidete di entrarci nel vostro corpo.
Immaginate di liberare il vostro corpo, di essere coraggiosi e forti nel farlo, liberate il vostro corpo splendidamente imperfetto e selvaggiamente intelligente, non pensate, permettetegli di essere se stesso in tutta la sua gloria. Ditegli che siete pronti a conoscere i suoi segreti e adorare i suoi misteri. Inchinatevi davanti al suo insondabile potere di eseguire all’infinito i milioni di reazioni chimiche che vi mantengono vivi. E ora sentitevi grati per il vostro corpo, sempre curioso, affamato e imprevedibile. Provate gratitudine per la sua magia, amate le benedizioni che vi dona e celebrate la sua fiera eleganza animale. Sentitevi in totale connessione con esso e percepitelo con il cuore e non con la mente.
Fatelo tutti i giorni, anche solo per qualche minuto, e imparerete a conoscerVi!
Alla mattina appena svegli potete anche liberare energeticamente tutta la forza del corpo, stesi sul materasso e cominciando a sbattere alternativamente gambe e braccia su di esso, come bimbi che fanno i capricci, tanto per capirci. Qualche minuto e sentirete un flusso caldo di bioenergia scorrere nel vostro corpo, risvegliandovi ad esso e a voi stessi.
Il corpo… amato, ma molto più spesso criticato e offeso….”non mi piacciono le cosce, la pancia, quella ruga”…quante volte in questa società dell’apparire, che ha perso la connessione con l’essere, ce lo diciamo davanti allo specchio. Diventiamo osservatori giudicanti di noi stessi e in questa modalità usciamo di casa e procediamo con la nostra routine quotidiana di autocritica che porta ad invidiare l’altro, quello che sembra avere le caratteristiche che vorremmo, sulla base di standard esterni imposti da altri.
Bene dobbiamo dire basta a tutto ciò e imparare ad amare noi stessi e la nostra casa dell’Anima.
Un altro esercizio importante è attivare un proficuo e interessante dialogo interiore con il nostro corpo e quindi farci questa domanda: “se i miei piedi o le mie mani, o la mia pancia potessero parlare cosa direbbero?”, “ e farlo per tutte le parti del corpo che attirano maggiormente la vostra attenzione. La risposta arriverà, eccome, e sarà a volte molto sorprendente, dandoci chiare indicazioni per attivare un proficuo e splendido rapporto con voi stessi, la persona più importante del mondo. E questo vi farà sentire importanti come importanti sono le altre persone che condividono con noi tempo e spazio su questa terra.
Provateci e poi mi direte!
Alla prossima puntata con il Coaching di primavera dedicato alla mente e ad alcune tecniche di mindfulness per riprendere in mano la nostra Vita, ogni giorno!
I cosmetici minerali per il make up fanno parte della routine di trucco da parecchi anni e hanno conquistato la mia fiducia indiscussa: la decisione di utilizzare principalmente le polveri minerali è una scelta di purezza per la pelle e per l’ambiente. Dopo aver provato svariati brand italiani ed europei ( Neve Cosmetics, Lily Lolo, Chrimaluxe, Alima Pure…) ho scelto di parlarvi di 3fées perché ritengo che la loro gamma di make up minerale sia la più indicata per una pelle mista ma non più giovane, o per pelli secche che non tollerano un prodotto minerale “convenzionale”.
Quello che per me ha fatto la differenza con altri brand di make up minerale sono ovviamente gli ingredienti: accanto a quelli “classici” del minerale come mica, silica, caolino…nella formulazione sono presenti polvere di perla (con qualità nutrienti, ricca di aminoacidi, impedisce la disidratazione), esteri di jojoba (derivato della cera omonima, dona un finish cremoso alle polveri, idratante e vellutante) ed allantoina per rendere la polvere un vero e proprio trattamento di bellezza!
Tra i prodotti che sto utilizzando al momento vi mostro la cipria Mat Sublime, una polvere trasparente che non aggiunge colore ma opacizza senza seccare la pelle , con un finish molto vellutato e setoso; non va ad evidenziare i difetti (molto importante!) e in estate è un vero must have! La utilizzo sia come ultimo step del trucco che semplicemente da sola per un look quotidiano, dona un’aspetto levigato e perfeziona la grana della pelle.
Il correttore nella versione Nuance Claire è un valido aiuto per tutti i “difettucci” , sull’occhiaia lo applico per fissare il correttore cremoso, non entra nelle rughette e mantiene fermo il trucco fino a sera; pur essendo una polvere opaca una volta applicata, come tutte le polveri 3fées, ha un finish molto vellutato e si fonde con la pelle senza risaltare le imperfezioni.
Il blush nella tonalità Candeur ha una tonalità rosa completamente opaca, ben bilanciata nei toni caldi; una volta applicato non vi ritroverete le guance di Heidi ma semplicemente un effetto delicato e bonne mine, modulabile come intensità, scalda la tinta senza fare macchie di colore.
Nella gamma sono presenti anche diversi ombretti , qui in foto la colorazione Rose Fumée, una combinazione unica di rosa e grigio satinato con una sfumatura calda, funziona perfettamente se utilizzato come unico colore sulla palpebra, dando profondità allo sguardo senza essere impegnativo come uno “smokey eyes”. Se applicato con una base ombretto oppure con il pennello inumidito la durata e la resa del colore sarà amplificata e darà ancora più risalto alla particolare sfumatura di questo ombretto.
In generale, a parte la piccola scomodità di maneggiare polveri libere (con il tempo questo aspetto si gestisce con più facilità…), l’utilizzo del make up minerale apporta grandi benefici alla salute e all’aspetto della nostra pelle senza sacrificare la voglia di un trucco curato ed impeccabile, per me è un mai più senza!
Al prossimo appuntamento con il mio angolo eco-bio cosmetico!
IL FRULLATO – IL LATO DELLA FRU a cura di Sara Fruner from NYC
Partendo per la vicina Pennsylvania, e nello specifico Philadelphia detta Philly, mi aspettavo di trovare uno slum dietro l’altro, graffiti e underdogs, una fatale combinazione di criminoso e trasandato che avrebbe attentato alla mia vita. Ma l’unica cosa trasandata, nella mia due-giorni a Philadelphia, per festeggiare la morte dell’inverno e l’arrivo della primavera, nonché il President’s Day, è stato il pullman Greyhound che mi ci ha portato. I Greyhound sono una garanzia di sciatteria urbi et orbi. Quanto al criminoso, direi il Philadelphia Cheesesteak, il piatto tipico del posto che, a una vegetariana nemica del formaggio, fa spavento anche solo sentirlo nominare.
Arrivando a Philly dalla schizofrenica New York — dove nella rush hour le persone sembrano lievitare sui marciapiedi — par di trovarsi in campagna. Tutto tranquillo, spazi aperti e ariosi. Strade larghe e poco traffico. Tutto scorre lemme lemme a Philly. Un lemme lemme piacevole se siete abituati al folle folle newyorkese. Per un paio di giorni va bene. Come la campagna, al terzo giorno verrà a noia, immagino. Ma quei due giorni lì sono assolutamente da viversi.
Philadelphia nasconde una miniera di bellezze artistiche e architettoniche che non ha nulla da invidiare ad altre città come Chicago o Washington. La Barnes Foundation, per esempio. Questo museo raccoglie la bellezza di 900 dipinti, fra cui la più grande collezione di Renoir del mondo —181 dipinti! Poi 59 Matisse, 69 Cezanne, 16 Modigliani, 21 Soutine e 7 Van Gogh. Cifre da capogiro. Per non parlare dei tanti Picasso, Seurat, De Chirico, Rubens, Tiziano, Gaugin, Monet, Goya…
I dipinti sono disposti seguendo un metodo abbastanza unfriendly. Ti ritrovi Tiziano circondato da Henri Rousseau, De Chirico accanto a El Greco. I quadri sono appiccicati l’uno all’altro, e non c’è nessuna targhetta che ti dica nome dell’opera e autore. Quindi se siete per una certa logica espositiva, farete un po’ di fatica a mantenere il sangue freddo alla Barnes Foundation. Ma vi assicuro che ogni vostro sforzo sarà premiato. Se poi la Fondazione non vi basta, avete il Philadelphia Museum of Art a saziarvi. Anche lì, una qualità talmente alta di opere esposte da far impallidire Reijksmuseum e MoMA.
Se invece siete stufi di arte, potrete godervi la scalinata che porta al museo.
Su quei gradini, un giovane di nome Robert Balboa, noto al pugilato come Rocky Balboa, sfoggiava uno scatto boltiano e alzava le braccia al cielo vittorioso su una colonna sonora che tutti ricorderete.
Questa scena è piantata nella memoria un po’ di tutti, quindi un po’ tutti, trovandosi a Philadelphia, ripercorrono quegli scalini, con quella musica nelle orecchie, arrivano in cima alla scalinata e alzano le braccia al cielo, come se loro stessi fossero Rocky e avessero vinto il titolo di Campioni del Mondo dopo una vita di sacrifici e uova crude a colazione. Io, che faccio parte dei tutti, non ho fatto eccezione. E in cima alla gradinata mi ha accolto, sul pavimento, il calco delle All Stars di Rocky, nella posizione in cui esultava.
Per un amante del cinema — e della corsa — sono momenti di estasi personale. Rocky è diventato il simbolo del loser che diventa winner, che poi, negli ultimi episodi, ridiventa loser e ritorna winner mettendosi a insegnare l’arte del pugilato. Insomma è diventato un archetipo moderno dell’uomo che vive tra alti e bassi.
Se invece siete più per il rock malinconico e dolce del Boss, naturalmente, “The Streets of Philadelphia”.
Nella vostra corsa, o passeggiata, poi, potete aggiungere anche la parte lungo i binari della città: Philadelphia ha una splendida ciclabile, fiancheggiata dal fiume Schuylkill da una parte e da dei binari arrugginiti dall’altro, che renderanno il vostro walking/running un’esperienza fra Rivoluzione Industriale e promenade lungosenna.
Architettonicamente, Philly è una vera e propria scoperta. Consiglio un tour a piedi che parte dal Comcast Center, il grattacielo più alto della città, continua con un’occhiata lunga un’ora — come minimo — a un oggetto strepitoso chiamato Cira Center disegnato dall’architetto César Pelli, per continuare poi con la meraviglia delle meraviglie, il Krishna Center for Nanotechnology, una creazione con un’ala sporgente che ti fa pensare a un uccello avveniristico sul punto di spiccare il volto.
Se invece siete più per l’Art Déco, vi piacerà molto il Philadelphia Art Center, che potrebbe essere stato disegnato da Macintosh, se Macintosh non avesse operato a Glasgow. E poi trovate edifici anni ’20 che vi ricordano il famoso Dakota Building newyorkese — copiato e scopiazzato un po’ dappertutto — e quel neo-gotico con gargoyles annessi che rinviano a una Gotham City tutta rurale. E poi c’è naturalmente la parte “vecchia”, casette di mattoni rossi risalenti al 1720 che riportano dritti dritti all’Inghilterra dei Padri Pellegrini. Philadelphia è una coesistenza di stili diversi, che tuttavia non stonano. Coesistono amichevolmente. E non è cosa da poco.
Certo, c’è la questione della ruralità. A Philadelphia, per quanto ricca di tesori artistici e architettonici, si respira un po’ un’aria di provincia. Una volta provata New York City, è difficile trovare città che mantenga il livello. A Philly non capita di voltare la testa dietro a un’opera d’arte tutta umana — una donna con una combinazione di indumenti particolare, un uomo con un incedere da anni ’40 o 2020 che ti sbuca fuori così, all’improvviso, e che ti parla di cosa sia il vero stile, e di quanto indefinibile e inimitabile esso sia. A New York mi fermo e mi volto in continuazione. Il passato e il futuro ti si palesano in continuazione. A volte vorrei non dovermi voltare. Ma lo faccio ogni volta. Mi fermo e mi volto.
Ecco, a Philadelphia — così come in tante altre città — non è capitato nemmeno una volta. Manca la follia.
Ma in cambio avete la calma, una città a misura d’uomo, prezzi abbordabili, il confortevole sonnolento che, a un certo punto della vita, fa gola a tanti. Credo che molte persone potrebbero dire “potrei farci dei figli, a Philadelphia”.
Però per cominciare, cominciate con un weekend…
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