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  • NATURAL BORN READER – NESSUN DOVE

    NATURAL BORN READER – NESSUN DOVE

    NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per Magazzino26

    Esistono fiabe per adulti? Certo che sì, basta rivolgersi al miglior autore! Oggi parliamo di Nessun dove di Neil Gaiman

    Per chi ancora non lo conoscesse, ecco qualche riga sul prolifico Neil, autore britannico dallo stile inconfondibile.

    Ha scritto numerosi romanzi di successo (l’ultimo uscito è “Miti del Nord”) e vinto importanti premi letterari. Ma è anche il creatore di Sandman (mitica serie a fumetti pubblicata dalla DC Comics), giornalista, sceneggiatore radiofonico e televisivo (in streaming è attualmente disponibile l’adattamento del suo romanzo “American gods” ed è in arrivo quello di “Good omen”).

    La sua produzione è difficilmente catalogabile. Per darvi un’idea indicativa (ma non esaustiva) possiamo dire che spazia tra fantasy e fantascienza. In realtà ha un’incredibile capacità di attingere alle nostre radici culturali, che siano antiche leggende, favole o miti moderni, e di trasformarle in storie nuove, seducenti, spaventose e al contempo poetiche.

    “Nessun dove” nasce inizialmente come sceneggiatura per una serie trasmessa dalla tv britannica. Il romanzo, pubblicato la prima volta nel 1996 dopo la messa in onda dei primi tre episodi, risponde alla necessità di Gaiman di preservare la sua “storia” dagli inevitabili cambiamenti dovuti alla trasposizione televisiva (e ai limitati mezzi della produzione). Nel tempo l’autore ne ha pubblicato edizioni rivedute e corrette; l’ultima, con modifiche ed integrazioni, è datata 2008.

    Ma veniamo alla storia. Il nostro eroe, Richard Mayhew, è un bravo ragazzo scozzese trasferitosi a Londra per lavoro. La sua vita nella metropoli scorre fra scadenze stressanti, una fidanzata molto esigente e contrattempi vari. Durante una serata importante la sua indole generosa gli impone di soccorrere una ragazza in difficoltà. La “donzella” è in guai più seri di quanto Richard possa immaginare e il solo offrirle soccorso e ospitalità lo catapulta in…un’altra vita.

    Incredulo e spaesato scopre che esiste una Londra sotterranea popolata da strani personaggi e figure mitologiche, che la toponomastica ha origini inaspettate e che, in fondo, tutti possono essere eroi. Ad accompagnarlo nell’avventura, oltre alla ragazza in pericolo dall’indicativo nome di Porta, la letale cacciatrice Hunter e lo scaltro marchese de Carabas, assieme ai quali dovrà affrontare mille pericoli e tutte le sue paure più profonde.

    Questo libro per me è un piccolo gioiello. Vi basti sapere che, in un momento di follia, anni fa, lo prestai con l’impulso incontrollabile di farlo conoscere. Prestare libri non è proprio nella mia indole anche perché, come in questo caso, spesso non vengono resi. L’ho riacquistato. E riletto. E, sono convinta, lo rileggerò ancora.

    “Nessun dove” non è una favola per bambini. La storia di Richard è quella di un giovane uomo che inizia la sua vita adulta in una capitale contemporanea, o quasi. In effetti c’è un po’ meno tecnologia rispetto alla nostra quotidianità ma, non scordiamoci, la prima stesura è comunque del 1996. Sorprendentemente, grazie alla maestria dell’autore, l’introduzione del “fantastico” nella vicenda coinvolge e appassiona fino a non sembrare più così incredibile. Anzi, viene voglia di fare un viaggetto a Londra per studiare, dal vero, i riferimenti citati da Gaiman.

    I personaggi, ben delineati, hanno caratteristiche affascinanti. Ognuno di loro poi, al di là di capacità “speciali”, è arricchito da aspetti contrastanti, umane debolezze o vizi peculiari. Questo li rende decisamente più simpatici e garantisce qualche colpo di scena veramente spassoso. La trama è avvincente: troverete romanticismo e violenza, avventura e ricerca di se, il tutto venato di poesia e reso divertente da una piacevole dose di ironia sorniona.

    Lo stile, scorrevole e ricco, è impreziosito da mille rimandi a letteratura, leggende e miti. Riferimenti che possono essere colti e/o approfonditi oppure gustati come magnifico sfondo. Certo non è una lettura complessa ma credo abbia l’incomparabile pregio di lasciare un prezioso senso di meraviglia.

    Come al solito vi consiglio, se non conoscete Gaiman, di recuperare anche le altre sue opere: meritano davvero.

    Buona lettura

  • NATURAL BORN READER – READY PLAYER ONE

    NATURAL BORN READER – READY PLAYER ONE

    NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per Magazzino26

    Per gli adolescenti degli anni 80, ma anche per tutti i gli appassionati della cultura pop di quel periodo: ecco il libro che aspettavate Ready Player One di Ernest Cline

    Recensione Ready player one

    Uscito per la prima volta in Italia nel 2011 con il titolo di “Player One”, questo è un romanzo che ha fatto molto parlare di se.

    L’autore, Ernest Cline, scrittore e sceneggiatore americano classe 1972, ha di fatto esordito con questa opera. La sua pubblicazione è stata contesa all’asta e, ancora prima di essere stampata, i relativi diritti cinematografici erano già stati venduti ad una major. Alla fine la trasposizione sul grande schermo è stata affidata a Steven Spielberg e il film è arrivato nei nostri cinema qualche mese fa (primavera 2018) ma non l’ho ancora visto. Moltissima attenzione, tanti soldi investiti e accese discussioni tra fazioni pro e contro (sia per il romanzo che per il film). Forse vi starete chiedendo: che razza di libro è?

    La storia narra le vicende di un diciottenne americano ed è ambientata in un futuro distopico (ma neanche tanto improbabile). Siamo nell’anno 2045.

    Wade Owen Watts è orfano, vive con la zia e altri occupanti in una sorta di container impilato su altre abitazioni dello stesso genere, cataste di baracche a formare affollate “favelas” sporche e pericolose. Il pianeta è allo stremo tra crisi energetica, cambiamenti climatici, guerre e povertà diffusa.

    In realtà Wade passa quasi tutto il suo tempo su OASIS, una piattaforma on line multiplayer sconfinata dove va a scuola, si informa, gioca e frequenta qualche amico. E’ un posto sicuro, con regole varie ma precise, dove l’apparenza non conta in quanto ognuno compare con il proprio avatar; è la via di fuga per la maggior parte dell’umanità, decisamente più attraente della vita “vera”.

    E poi c’è la Caccia all’Easter Egg di Halliday. James Halliday, il creatore di OASIS è morto da qualche anno e per trovare l’erede del suo enorme patrimonio (nonché del potere su OASIS) ha lanciato una difficile caccia al tesoro on line, riservata agli “abitanti” di OASIS. Sulla base di criptici indizi e dell’Almanacco di Anorak, un compendio di tutte le passioni dell’eccentrico programmatore, chiunque ha la possibilità di vincere.

    Ovviamente anche Wade, o meglio, Parzival (il suo avatar per la Caccia) si getta a capofitto nella ricerca e diventa un vero esperto della cultura pop degli anni 80 del secolo precedente. Infatti James Halliday era un vero geek, totalmente ossessionato dalla sua adolescenza e ogni cosa nella Caccia ha un riferimento alle sua passioni, che siano serial tv, film, anime, canzoni e gruppi ma soprattutto videogiochi, giochi di ruolo ecc.

    Un po’ per intuito e molto per fortuna il nostro eroe riesce a trovare il primo indizio e viene catapultato in una vera (e pericolosa) avventura a cui non manca nessun elemento; ci sono i sodali, gli avversari, i cattivissimi antagonisti e il primo amore. Adesso avete capito perché tanto clamore?

    In pratica l’autore, geek come Halliday, ha preso tutta la sua reale ed enorme cultura pop anni 80 e l’ha usata per creare un’avventura coinvolgente e divertente. Ogni riferimento citato è parte della sua adolescenza come di quella di molti lettori, ora quaranta-e-qualcosa-enni, che non vedevano l’ora che le loro passioni, spesso considerate da nerd, venissero recuperate da chi condivide il loro amore e, in qualche modo, nobilitate. Un’operazione che qualcuno reputa “troppo furba” ma evidentemente necessaria e sentita, almeno a giudicare dall’interesse ottenuto.

    Aspettatevi quindi una lettura piacevole e avvincente, davvero un’avventura. Ovviamente aiuta, se non proprio essere nati intorno agli anni ’70, avere almeno un’infarinatura di base sugli anni 80. Non voglio mentire: parte del gusto sta nel vedere citato il proprio videogioco/film/scrittore/musicista/personaggio preferito. Ma non serve sapere tutto. Anzi, può anche essere un utile riferimento per approfondire le proprie conoscenze.

    Lo stile, per il resto, è lineare e scorrevole e i personaggi sono caratterizzati in modo abbastanza netto ed essenziale ma ugualmente divertente. Gli onnipresenti richiami alla cultura pop anni 80 si riflettono anche nella trama che si sviluppa in maniera relativamente semplice. Non aspettatevi Gibson o Dick insomma, ma godetevi il “gioco”; il divertimento è assicurato.

    Buona lettura

  • NATURAL BORN READER – BASTARDO NUMERO UNO

    NATURAL BORN READER – BASTARDO NUMERO UNO

    NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per Magazzino26

    Voglia di leggerezza? Alla ricerca di letture divertenti da portare sotto l’ombrellone? Provate Bastardo numero uno di Janet Evanovich.

    Bastardo numero uno di Janet Evanovich

    Janet Evanovich è una prolifica scrittrice nata e cresciuta nel New Jersey. Ha iniziato la sua carriera di scrittrice sotto pseudonimo con una serie di romanzi rosa. E’ tornata al suo vero nome per la serie di Stephanie Plum, una leggera e divertente combinazione di poliziesco, commedia e romantico. Al momento “sforna” un libro l’anno.

    Protagonista indiscussa di questa serie è appunto Stephanie Plum, una simpatica trentenne di origini italo-ungheresi che vive nel suo quartiere natale, il Borgo, una zona residenziale di Trenton, New Jersey. In “Bastardo numero uno” troviamo la nostra eroina con seri problemi economici. E’ reduce da un divorzio burrascoso, ha perso il lavoro, stanno per confiscarle la macchina e rischia di perdere anche il suo appartamento, ultimo baluardo di indipendenza da una famiglia affettuosa ma ingombrante.

    La soluzione verrà dal cugino Vinnie, proprietario di un’agenzia di anticipo cauzioni, che si trova a corto di agenti di recupero e non può negarle un favore. Il lavoro consiste nel trovare e “arrestare” quelli che, scarcerati in attesa di processo pagando una cauzione (anticipata da Vinnie), non si presentano all’udienza. La tipologia delle “prede” è molto varia: dal vero delinquente al personaggio eccentrico. Stephanie ovviamente non ha alcuna esperienza, ha paura delle armi e pecca (ancora) di un’ingenuità davvero disarmante.

    Il suo primo incarico sarà il classico battesimo del fuoco: deve rintracciare Joe Morelli, un poliziotto in fuga, accusato di omicidio. Un uomo scaltro, affascinante e con molti contatti nel Borgo. Come se non bastasse fra Joe e Stephanie ci sono dei conti in sospeso…

    Le indagini procederanno fra errori clamorosi e successi incredibili; per sua fortuna Stephanie bilancia l’incompetenza con l’intuito, l’assenza di preparazione con una rete di conoscenze e gossip utilissime e la mancanza di coraggio con la testardaggine. Si imbatterà anche in situazioni molto pericolose ma riuscirà a venirne fuori illesa o quasi.

    A circondare la nostra investigatrice ci sono una serie di personaggi fissi godibilissimi: in questo primo romanzo brilla nonna Mazur, un vero peperino, ma merita sicuramente una menzione anche Ranger, un collega di Stephanie, letale quanto sexy. Questo è un libro facile e poco impegnativo ma che si legge tutto d’un fiato, incuriositi dall’evolversi della trama e del personaggio. La scrittura è fluida, lo stile diretto e molto informale. La componente investigativa della trama è bene amalgamata con la parte romantica. E non mancano le occasioni per farsi una bella risata.

    Anche se la trama poliziesca è autoconclusiva in ogni romanzo, io vi consiglio di cominciare dal primo libro e, se vi piace, procedere con la giusta sequenza. Infatti le vicende personali e la caratterizzazione dei personaggi proseguono di romanzo in romanzo, creando un efficace legame con il lettore.

    “Bastardo numero uno” non è certamente un’uscita recente e qua e là un po’ si avverte. Però sarà facile trovarlo a prezzo ridotto, sia tascabile che per e-reader, perfetto da portare in vacanza. Attualmente l’ultimo capitolo edito in Italia è “Otto volante” mentre in America sono in attesa del 25esimo!!! E’ comunque semplice proseguire la lettura nel corretto ordine: infatti il relativo numero compare sempre nel titolo (“Due di troppo”, “Tre e sei morto”, “Non dire quattro” ecc.).

    Io naturalmente li ho già letti, con gusto, tutti e mi farebbe veramente piacere se qualche editore si decidesse a ricominciare a pubblicare gli altri; il materiale di certo non manca!

    Buona estate e buona lettura!

  • NATURAL BORN READER – KITCHEN CONFIDENTIAL

    NATURAL BORN READER – KITCHEN CONFIDENTIAL

    NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per MAGAZZINO26

    Se cercate il classico manuale di cucina questo libro non fa per voi. E anche voi, anime candide, lasciate stare. Oggi parliamo di: Kitchen Confidential di Anthony Bourdain

    Natural Born Reader – Kitchen Confidential

    Anthony Bourdain, apprezzato chef americano e famoso personaggio televisivo, è stato anche autore di libri di successo, sia romanzi gialli che autobiografici. La sua recente scomparsa ha lasciato sbigottiti tutti i suoi ammiratori, me compresa.

    Ho apprezzato veramente il suo modo di fare televisione e trovo che i suoi programmi siano un limpido esempio di come qualsiasi argomento possa essere trattato in modo originale e stimolante, alzando il livello della comunicazione.

    Invece non conoscevo il suo lavoro di scrittore, per cui sto cercando di recuperare, iniziando da queste sue “Avventure gastronomiche a New York”, pubblicato originariamente nel 2000.

    La voce dell’autore ci racconta, con estrema sincerità, la sua vita in rapporto all’argomento che ne è il fulcro: il cibo. La sua dichiarazioni d’intenti e (motivo del clamore suscitato all’epoca della pubblicazione) è quella di svelare gli aspetti meno noti (ed edificanti) del mondo della ristorazione, i segreti, insomma, che nessuno che lavori in quel mondo vorrebbe che i suoi clienti sapessero.

    Ma come è arrivato Anthony Bourdain ad essere detentore di questi segreti?

    Come in un film la scintilla scoccò durante un lungo viaggio in transatlantico, quando il palato dell’allora ragazzino, abituato a sapori da cibo in scatola, scoprì il gusto sotto forma di “Vichyssoise”.

    Quel viaggio in Francia rappresenta per l’autore un vero momento di svolta, grazie alla possibilità di scoprire nuovi sapori, sperimentare e osare con cibi che anche i suoi familiari si rifiutano di assaggiare: un momento di consapevole potere che darà i suoi frutti. Il periodo storico e una certa tendenza innata nell’autore per gli eccessi lo faranno approdare, più adulto, nella cucina di una località turistica, ultimo sguattero di una ciurma di carismatici briganti: un mondo dove mettersi alla prova, tra cucina, sesso e droga .

    Da qua, con un alternarsi di alti e bassi, si dipanano le avventure personali e professionali dello chef; squarci intimi, a volte impietosi, sull’umanità dell’autore, sulla sua storia ma anche sulla sua “filosofia”.

    Alternati ai racconti troviamo infatti frequenti riflessioni che dal mondo della cucina riflettono la vita (e viceversa) ma anche utili consigli per gli aspiranti cuochi o per i semplici clienti; dopo alcuni di questi non guarderete più un ristorante nello stesso modo. Poco sconvolgenti invece, almeno per me, i famosi segreti; naturalmente per il pubblico americano dell’anno duemila, affascinato dalla figura degli chef, nuovi sacerdoti negli esclusivissimi templi della haute cuisine, l’effetto è stato ben altro.

    Da tutto ciò emerge il ritratto di un uomo dallo spirito guascone, sinceramente curioso di ogni aspetto della vita, indipendente, irriverente e anticonformista (anche se profondamente legato alla tradizione culinaria e ai suoi fedeli collaboratori), la cui vita è, al momento della stesura del libro, totalmente incentrata sul lavoro.

    E’ evidente in quest’opera la consuetudine dell’autore di esprimere giudizi “tranchant” ma, sorprendentemente, anche la capacità di smentirsi e rimettersi continuamente in discussione. Forse per qualcuno l’utilizzo di un lessico preso direttamente dalla strada, anzi meglio, dalle cucine, potrebbe essere di dubbio gusto. Io ritengo invece che sia d’aiuto al lettore per capire bene l’atmosfera delle cucine in cui Bourdain si è formato ed è vissuto.

    Ho divorato “Kitchen Confidential” e penso mi sia servito per elaborare l’incredibile epilogo della vita di questa rockstar del food entertainment. La narrazione è molto avvincente, onesta e rivelatrice di un animo profondo e combattuto, e la consiglio non solo ai fan dello chef, ovviamente, e a chi ha avuto esperienze nel mondo della ristorazione, ma anche a tutti gli appassionati di letture dissacranti e agli amanti delle voci fuori dal coro.

    Però, lo ammetto, sono di parte.

  • NATURAL BORN READER – SALVARE LE OSSA

    NATURAL BORN READER – SALVARE LE OSSA

    NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per MAGAZZINO26

    Se siete alla ricerca di qualcosa di nuovo e potente, un romanzo da non perdere assolutamente è: Salvare le ossa di Jesmyn Ward.

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    Per iniziare conosciamo un po’ l’autrice.

    Jesmyn Ward è una scrittrice quarantenne originaria del Mississippi (dove tuttora vive e insegna). E’, al momento, l’unica donna ad aver ricevuto per ben 2 volte il National Book Award.

    “Salvare le ossa” , primo suo libro tradotto in Italia e pubblicato ad aprile, ha vinto il prestigioso riconoscimento nel 2011 e fa parte della Trilogia di Bois Sauvage. Gli altri romanzi sono “Where the Line Bleeds” (precedente e arrivato terzo) e “Sing, Unburied, Sing” (pubblicato e premiato nel 2017). Insomma credenziali di tutto rispetto, veramente promettenti. Ma al di là dei premi (che non sempre sono garanzia di personale gradimento) veniamo al libro, che in effetti merita davvero.

    Ambientato nella zona di Bois Sauvage, paesino rurale (e fittizio) vicino alla costa del Mississippi, il romanzo si sviluppa, come un diario, in dodici giorni. La voce narrante, schietta e riflessiva, è quella di Esch Batiste, una quindicenne che ci accompagna, unica ragazzina, nel suo mondo di uomini.

    Vive con la famiglia in una casupola circondata da rottami, baracche e galline nella Fossa, un avvallamento nel bosco alle porte del quartiere nero del suo paese. Oltre il bosco ci sono le case pulite e ordinate degli allevatori bianchi.

    Sua madre è morta dando alla luce Junior, il suo fratellino iperattivo. Ha lasciato un vuoto incolmabile nelle sua famiglia, lenito solo in piccola parte, da affettuosi ricordi. Da qual momento Esch e Randall (il fratello maggiore) hanno avuto sulle spalle la gestione del piccolo, della casa e la ricerca del cibo. Su Skeetah, l’altro fratello, non possono fare molto affidamento: è totalmente assorbito da Chita, il suo bellissimo e feroce pitbull da combattimento che ha appena partorito.

    Suo padre, tra una sbronza e l’altra, cerca di aggiustare uno dei catorci in cortile e di preparare la famiglia per l’ennesimo uragano in arrivo. Completano il gruppo gli amici dei ragazzi: Big Henry, Marquise e Manny.

    La loro è una vita difficile, appena sopra la miseria che, per esperienze e responsabilità, li ha resi “adulti” prima del tempo. La affrontano a testa bassa, giorno per giorno, senza lamentarsi, concentrandosi sulla speranza di una “svolta” positiva: per Randall un futuro come giocatore di basket, per Skeetah il guadagno con i cuccioli di Chita e per Esch una storia di coppia. Perché lei è innamorata e incinta di Manny e solo la lettura del suo adorato libro sugli Argonauti e la figura di Medea riescono a darle un po’ di conforto.

    Sarà l’arrivo dell’uragano Katrina, devastante oltre le aspettative, a rinsaldare la famiglia e a riportare la fiducia, il sostegno e l’amore in primo piano, unica possibilità di rinascita in mezzo alla distruzione. Jesmyn Ward scrive veramente bene.

    Con stile ricco, diretto e poetico vi porterà lì nella Fossa: staccando gli occhi dal libro vi chiederete dove sono i rottami e come sta Chita. La trama vi terrà inchiodati al libro, trascorrendo quei dodici giorni di vita insieme ai Batiste, in attesa del disastro. I personaggi principali sono tratteggiati con grande abilità e sviluppati con potenza. Vi affezionerete a tutti, non solo ad Esch. Fra i protagonisti c’è sicuramente la natura, in tutti i suoi aspetti, madre benevola e forza distruttrice, che in questo romanzo risplende con tutto il suo fascino.

    E’ un romanzo per alcuni aspetti crudo, ma proprio come la natura, in modo “puro”. E poi la Ward ha vissuto in prima persona la tragedia di Katrina e, forse in modo catartico, in questo romanzo condivide con il lettore l’esperienza con tutta la forza dell’uragano.

    Io ve l’ho detto: leggetelo, subito, non ve ne pentirete. Buona lettura.

     

  • NATURAL BORN READER – NON LASCIARMI

    NATURAL BORN READER – NON LASCIARMI

    NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per MAGAZZINO26 

    Voglia di un bel romanzo? Se siete alla ricerca di una lettura coinvolgente e intensa il mio consiglio è: Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro

    Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro_Natural Born Reader

    Di Ishiguro molti avranno letto (o almeno visto il fim) la sua opera più famosa: “Quel che resta del giorno”. Scrittore britannico di origini giapponesi ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 2017 perchè nei suoi “romanzi di grande forza emotiva ha scoperto l’abisso sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo”. Non conoscendo bene quest’autore ne ho approfittato per recuperare questo romanzo del 2005 di cui avevo sempre sentito parlare un gran bene. Cercherò in ogni modo di evitare spoiler.

    La voce narrante, Kathy, con tono pacato e riflessivo, ci racconta la sua vita. E’ una trentenne dall’esistenza abbastanza tranquilla. Lavora come assistente presso cliniche e durante gli spostamenti in macchina riflette e ricorda la sua infanzia.

    Non ha genitori ed è vissuta fino all’adolescenza in un collegio completamente isolato nella campagna inglese. Assieme ad altri bambini come lei e grazie a tutor distaccati ma competenti, è cresciuta circondata da cultura, sport e arte, stimolata continuamente a esprimere al massimo la propria creatività.

    Grazie al riemergere di ricordi, ci troviamo ad assistere alle fasi della crescita di Kathy e dei suoi amici più stretti, Ruth e Tommy. Episodi di vita apparentemente banali, tipici del percorso verso l’età adulta: scontri, innamoramenti, gelosie e allenze. Le regole del collegio e i discorsi di alcuni insegnanti però ci fanno capire che c’è qualcosa di anomalo nell’esistenza di questi ragazzi. Piano piano, proprio come nelle loro menti, arriva anche nel lettore la consapevolezza che non c’è proprio niente di banale nè tanto meno di idilliaco nelle loro vite.

    Kathy, che per un periodo ha perso di vista Ruth e Tommy, li rincontra proprio nelle cliniche dove lavora e decide di diventare la loro assistente. Sarà l’occasione per chiarire le incomprensioni del passato e per tentare, in un ultimo disperato tentativo, di vivere l’amore e garantirsi una briciola di quel futuro che per tutti loro è inevitabilmente precluso.

    Non è facile parlare di questo romanzo senza entrare nel merito della tematica di fondo ma voglio assolutamente evitare di anticipare, a chi ancora non dovesse conoscerle, le rivelazioni che il libro fa filtrare in modo così peculiare.

    Quello che posso dirvi è che il mondo di Kathy, Ruth e Tommy è una distopia, un possibile oggi, agghiacciante ma non assurda. Un dilemma etico emerge con potenza e ci riguarda tutti: cosa siamo disposti a fare, quali principi possiamo calpestare per garantire il nostro benessere? Basta far finta di non sapere? E poi: cosa fa di un essere umano una persona?

    Questo romanzo arriva piano piano. Senza accorgersene, grazie al racconto di Kathy, ci si ritrova completamente immersi nelle loro vite. Lo stile di Ishiguro è pacato, pulito e chiaro. La descrizione dei personaggi e degli ambienti è molto efficace e in grado di creare immagini indelebili, ad esempio il brano in cui compare la canzone (Never let me go di Judy Bridgewater) che da il titolo al romanzo.

    Forse il suo modo di raccontare può sembrare “freddo”; in realtà, con eleganza e dignità, affronta temi delicatissimi e molto importanti, riuscendo a toccare la nostra anima e a commuovere profondamente. Consigliatissimo.

    Buona lettura.

  • NATURAL BORN READER – LA VITA DAVANTI A SÉ

    NATURAL BORN READER – LA VITA DAVANTI A SÉ

    NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per MAGAZZINO26

    Questa volta parliamo di una piccola perla del 1975. Se avete voglia di leggere qualcosa di ironico e commovente, diretto ma delicato, pieno di spunti di riflessione questo libro è quello che cercate: La vita davanti a sé di Romain Gary

    La vita davanti a se-Romain Gary

    Era da molto tempo che volevo leggere questo romanzo. Finalmente ci sono riuscita. E ve lo consiglio, davvero.

    Intanto l’autore stesso e la storia della pubblicazione di “La vita davanti a sé” meriterebbero un approfondimento a parte. Romain Gary, è stato uno scrittore di successo ma anche un personaggio di gran fascino e dalla vita avvincente. Dopo la sua morte (pianificata nel dettaglio) si seppe che dietro lo pseudonimo di Emile Ajar, misterioso autore di questa opera vincitrice del premio Goncourt, c’era proprio lui che per 5 anni si era lasciato insultare dai critici che lo ritenevano uno scrittore finito.

    Personaggio principale e voce narrante di quest’opera é Momò. Il suo vocabolario, i modi di dire, gli errori e ovviamente le storie che ci racconta; tutto di Momò viene dalla strada, da quella Belleville, quartiere multietnico di Parigi noto agli amanti di Pennac, che è la sua “scuola” di vita. Perchè Momò ha (forse) dieci anni, vive al sesto piano di un palazzone in una sorta di pensione-asilo per figli di prostitute, non ha mai visto i suoi genitori e a scuola, quella vera, non l’hanno voluto.

    Madame Rosa, unica figura “familiare” per lui, gestisce la pensione rispettando le tradizioni e la cultura di origine dei suoi ospiti (per Momò sono i precetti dell’Islam, per Moïse quelli dell’Ebraismo). Li cura e protegge come può ma anche lei ha i suoi problemi: le “rette” non sempre arrivano e bisogna arrangiarsi con quel che c’è. I bambini ogni tanto sono incontrollabili e lei è troppo grassa per i sei piani di scale. In più il suo passato (da prostituta prima e da deportata ad Auschwitz poi) ha lasciato segni profondi nella sua anima. E, cosa più preoccupante per Momò, Madame Rosa sta invecchiando.

    Quel che il ragazzino ha capito della vita lo deve a lei e ad un gruppetto di variopinti personaggi: il vecchio Hamil, per esempio, dal quale, oltre a qualche antiquato intercalare, ha mutuato l’ammirazione per Victor Hugo. Non è una vita facile quella di Momò, sempre a contatto con i suoi aspetti più crudi e “sporchi”. Però, grazie alla sua innata sensibilità e a una buona dose di ironia, posa il suo sguardo semplice ma al contempo acuto sulle vicende della vita traendone insegnamenti e riflessioni sul loro significato più profondo. E ce li racconta con semplicità e senza falsi moralismi.

    Il suo spirito di sopravvivenza e l’aiuto della strampalata comunità che li circonda consentono al ragazzino di affrontare e gestire, rispettando le sue convinzioni, il momento più difficile della sua ancora breve ma intensissima esistenza. Nel suo futuro c’è forse un po’ di tranquillità. Del resto ha ancora tanta vita davanti a sé.

    Lo stile di questo romanzo potrebbe sembrare difficile. Non lasciatevi spaventare; la voce di Momò (perchè è lui che parla, onore a Gary) forse ci mette un po’ ad “arrivare” ma, una volta compreso il suo buffo modo di esprimersi, vi conquisterà. E, nonostante gli argomenti trattati non siano certo leggeri, il racconto di Momò è sempre scanzonato e cinico, tenero e struggente. Alcune riflessioni poi, a quarantatré anni di distanza, risultano attuali in modo significativo. Un libro imperdibile, da leggere assolutamente.

    Buona lettura.

     

     

  • NATURAL BORN READER – LA RAGAZZA NELLA NEBBIA

    NATURAL BORN READER – LA RAGAZZA NELLA NEBBIA

    NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per MAGAZZINO26

    Se siete alla ricerca di una lettura avvincente che metta qualche brivido alle giornate di festa (o di un regalo) questo potrebbe fare al caso vostro: LA RAGAZZA NELLA NEBBIA di Donato Carrisi

    la ragazza nella nebbia

    Devo subito ammettere che non avevo mai letto nulla di Donato Carrisi, forse un po’ insospettita dal consenso nazional-popolare. Ora capisco la ragione di tanto successo: scrive molto bene.

    Pubblicato nel 2015, questo romanzo ha anche avuto una versione cinematografica, diretta dallo stesso autore, uscita nei cinema un paio di mesi fa. Non ho ancora visto il film ma durante la lettura ho avuto spesso la sensazione che fosse già praticamente pronto per tradursi in immagini.

    La storia, quasi un frammento di cronaca tragicamente attuale, ci trasporta in un piccolo paese come tanti; questo nello specifico incastrato in una valle delle Alpi. Una comunità piccola, dove tutti si conoscono e i forestieri saltano all’occhio immediatamente.

    Da qui, poco prima di Natale, scompare Anna Lou, la classica brava ragazza dalla vita semplice. Ad indagare viene chiamato l’agente speciale Vogel, esperto in casi difficili ma soprattutto maestro nella manipolazione dei media. Un uomo cinico, disposto a tutto non tanto per scoprire la verità quanto per dare al “pubblico a casa” esattamente quello che vuole: un mostro da condannare.

    Il racconto si sviluppa in un alternanza di piani temporali perchè, nonostante l’indagine sia finita da due mesi, l’agente Vogel è stato ritrovato sotto shock nella valle e ha ancora qualcosa da raccontare.

    Lo stile è scorrevole e le descrizioni particolamente vivide. Il tono del racconto e la caratterizzazione dei personaggi rendono la vicenda molto familiare ma allo stesso tempo le donano una connotazione internazionale, un po’ Twin peaks, un po’ Criminal mind (solo per rendere l’idea eh).

    Il fatto che il rappresentante della legge sia in realtà una persona sgradevole e dalla scarsa moralità è una piacevole alternativa nel panorama di genere. In effetti è Vogel il fulcro della storia, assieme al (presunto) colpevole.

    Alla vittima, come nella realtà, rimane solo un piccolo spazio sotto ai riflettori.

    Perché c’è il circo mediatico. Ci siamo noi spettatori, bramosi di novità e facilmente impressionabili. Anche le persone più vicine al dramma si fanno suggestionare da come i fatti vengono raccontati, figuriamoci il pubblico televisivo. In molti in questa storia cercano di trarre profitto dalla tragedia, agendo con l’unico scopo di sfruttare l’attenzione dei media a proprio vantaggio.

    Questo è l’aspetto veramente più disturbante del libro: cosa si è disposti a fare per la popolarità? Un tema sempre attuale che declinato nel thriller e, in maniera inquietante vicino alla cronaca reale, ci regala qualche vero brivido.

    Se siete ancora alla ricerca di regali per il Natale io non posso che consigliarvi un bel libro. Per gli amanti del thriller questo sarà perfetto ma in tutti i casi vi consiglio di entrare in una libreria e lasciarvi ispirare. Ci sono veramente libri per tutti i gusti e di tutti i generi. In realtà sono scrigni di possibilità, quasi delle macchine spazio-temporali, dal potenziale immenso. Io, lo so, sono di parte ma credo veramente che regalando un libro non si sbaglia mai.

    Buone feste a tutti. E buona lettura