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  • ATTREZZATURE FOTOGRAFICHE #2

    ATTREZZATURE FOTOGRAFICHE #2

    CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – Parte 2 di 5 di Andrea Chemelli

    Carissimi amici di Magazzino26, immaginando che tra di voi ci sia qualche fotografo o aspirante tale, che prima o poi possa essere interessato all’acquisto di fotocamere, obiettivi, illuminatori e attrezzature varie, nella speranza di far cosa gradita vi voglio elencare una serie di consigli e condividere una serie di informazioni per iniziare a mettere insieme, magari un passo alla volta, una valida attrezzatura, cercando di ottimizzare il più possibile il rapporto qualità/prezzo. Quello della fotografia è un universo affascinante…ma costoso! Per chi non ha problemi di spesa è tutto più facile, ma l’ottimizzazione di un investimento è sempre importante. Inoltre, ricordiamoci sempre che un’attrezzatura modesta (anche uno smartphone) nelle mani di un bravo fotografo produce ottime immagini, mentre un’attrezzatura da sogno nelle mani di un somaro… Vi invito in ogni caso a telefonarmi o scrivermi se desiderate un consiglio più mirato e personalizzato su come investire al meglio il budget a vostra disposizione.

    NUOVO O USATO?

    Se parliamo di fotocamere, essendo oggetti di fabbricazione molto complessa, il nuovo offre maggiori garanzie. Inoltre, l’evoluzione tecnologica delle fotocamere digitali è stata molto veloce almeno fino al 2013-2014, quindi tutto ciò che è antecedente a quel periodo rischia di essere quantomeno superato, se non proprio obsoleto. I progressi più eclatanti hanno riguardato soprattutto i sensori e la resa agli iso elevati: una moderna reflex da primo prezzo è quindi superiore, come resa qualitativa, alle top di gamma di 10 anni fa, che costavano 10-15 volte di più (quindi, val la pena comprarle solo se il prezzo è davvero basso!). Molto diverso il discorso per le fotocamere analogiche, che già 40-50 anni fa erano allo stato dell’arte, e sono meccanicamente più robuste, affidabili e essenziali rispetto alle moderne digitali. Oggi costano pochissimo (da €50 per un’ottima 35mm a €300 per una Rolleiflex biottica, a poco più per una Hasselblad, Zenza Bronica o Mamiya).

    Fotocamere reflex digitali: Se il budget ve lo permette, comprate una full frame. Il migliore acquisto per una reflex usata? Secondo me, Nikon d700 (datata ma ancora valida, se entro €500 e in buone condizioni), o d750 (si trova nuova a €1000 o poco più, o usata in buono stato attorno a €700). Se la comprate nuova, fate un sacrificio e scegliete un kit con obiettivo più performante rispetto al “18-55” offerto nel kit base (se comprate Nikon, scegliete il kit con zoom 24-120 f4 VR, è di qualità professionale e ci fate di tutto!).

    Fotocamere mirrorless: lasciate perdere l’usato con più di 3 anni, perché quelle davvero valide sono molto recenti e, a detta di molti, ancora in piena fase evolutiva. Si parla molto bene delle Sony A7, specie per chi fa video e street photography (sono meno ingombranti e appariscenti rispetto alle reflex…però le batterie durano molto meno!).

    Obiettivi: è qui che l’usato offre il meglio. Quasi tutte le ottiche professionali già a fine millennio scorso avevano raggiunto una qualità altissima, ed erano robustissime e estremamente affidabili. Oggi se ne trovano di ottime condizioni a un quarto del loro prezzo da nuove, e ne vale la pena! Oltre al già citato zoom 24-120  (o 24-105 in casa Canon), gli acquisti successivi sono il 70-200 f2,8, e un economicissimo (e luminosissimo) 50mm f1,8. Sul nuovo, conviene puntare sulla serie Art di Sigma, qualità alle stelle e prezzi molto inferiori ai brand originali.

    Fotocamere bridge: sono le “compattone” dotate di superzoom, buone per chi ama viaggiare leggero e giocare con le focali extralunghe stile paparazzo. Quelle recenti e di fascia alta (che comunque costano oltre €500) hanno discreta qualità, ma nulla a vedere con una reflex o mirrorless anche da primo prezzo…d’altronde, non si può pretendere più di tanto da uno zoom 24-2000 o giù di li! Sono per così dire dei bei giocattoloni per adulti. Si trova qualcosa di usato, ma poca roba.

    Flash dedicati: sono quelli che si montano sull’apposita slitta della fotocamera, con la quale dialogano e condividono una serie di automatismi. I flash “pop up” integrati nella fotocamera lasciano veramente il tempo che trovano, sono poco potenti (il lampo arriva a pochi metri) e danno pessimi risultati, quindi se la fotografia vi appassiona, prima o poi un buon flash è da comprare, come pure un buon treppiede. Consiglio decisamente le copie cinesi dei flash di marca: ultimamente la qualità si è avvicinata molto agli originali, che costano più del quadruplo! La marca che consiglio è Yongnuo, comprateli nuovi a circa €100 sul sito Aliexpress (anch’esso ottimo e affidabilissimo, anche se lento nelle consegne).

    Luci da studio: se fate anche video vi servono luci continue, si trovano ottimi led panel sempre su Aliexpress. Se fate fotografia, un kit con due flash da studio da 2-300Watt/sec., stativi e ombrelli o diffusori, radiocomando e sacca per il trasporto si trovano, nuovi, sui €300 o poco più, sempre su Aliexpress o Amazon. Ottimi i cinesi Jimbei e Godox.

    Accessori: comprate assolutamente una seconda batteria (verificatene periodicamente la carica, per evitare che vi lasci a piedi sul più bello), un paio di schede di memoria in più (meglio tre da 32GB che una da 128), un hard disk esterno (tenetelo a casa al sicuro e, vi prego, fateci SEMPRE un backup delle vostre foto: non tenetele mai sul desktop e tantomeno nelle schede altrimenti prima o poi le perderete e piangerete, garantito 100%), e una chiavetta usb3 da almeno 64GB, che terrete sempre con voi (attaccatela al portachiavi, ci starà tutto il vostro materiale di 3 anni in accademia!). Importante: quando comprate hard disk o chiavette, formattatele col profilo “ex fat” o “dos” (tramite la funzione “utility disco”), così funzioneranno sia su Windows che su Mac!

    Zaino: terrà al sicuro la vostra preziosa attrezzatura, è un amico che dura una vita, come pure un buon cavalletto, quindi non risparmiate! Tra le migliori marche sono Loewe Pro, Manfrotto, Tenba. Andateli a vedere in un negozio specializzato e poi comprate su internet!

    Cavalletto: idem, come per gli zaini. Se ne trovano di ottimi attorno a €100. Io mi trovo meglio con la testa a sfera rispetto alla classica a 3 movimenti, più precisa ma infinitamente più lenta.

  • ATTREZZATURE FOTOGRAFICHE #1

    ATTREZZATURE FOTOGRAFICHE #1

    CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – Parte 1 di 5 di Andrea Chemelli

    Carissimi amici di MAGAZZINO26,

    immaginando che tra di voi ci sia qualche fotografo o aspirante tale, che prima o poi possa essere interessato all’acquisto di fotocamere, obiettivi, illuminatori e attrezzature varie, nella speranza di far cosa gradita vi voglio elencare una serie di consigli e condividere una serie di informazioni per iniziare a mettere insieme, magari un passo alla volta, una valida attrezzatura, cercando di ottimizzare il più possibile il rapporto qualità/prezzo.

    Quello della fotografia è un universo affascinante…ma costoso! Per chi non ha problemi di spesa è tutto più facile, ma l’ottimizzazione di un investimento è sempre importante. Inoltre, ricordiamoci sempre che un’attrezzatura modesta (anche uno smartphone) nelle mani di un bravo fotografo produce ottime immagini, mentre un’attrezzatura da sogno nelle mani di un somaro… Vi invito in ogni caso a telefonarmi o scrivermi se desiderate un consiglio più mirato e personalizzato su come investire al meglio il budget a vostra disposizione.

    QUALE MARCA SCEGLIERE?

    Quante volte ho sentito fiumi di sciocchezze uscire dalla bocca di qualche “tecnonarcisista”! Al giorno d’oggi tutti i produttori offrono articoli validissimi, ma il mio consiglio è di puntare su Nikon o Canon (per la fotografia, o al momento su Sony per il video).  Questi due marchi sono sul mercato da oltre 50 anni, e sono diffusissimi, quindi sono quelli che offrono di gran lunga la maggior disponibilità sul mercato dell’usato. Come qualità sono assolutamente sullo stesso livello (anche se un amico riparatore sostiene che Nikon sia un po’migliore), forse questo o quell’obiettivo è riuscito un po’meglio all’uno o all’altro produttore, ma in assoluto i due sistemi si equivalgono: quindi non date retta a chi sostiene il contrario, sono solo seghe mentali! Comunque, io uso Nikon. Perché comprarle? Per avere la certezza di prodotti validissimi con un eccellente rapporto qualità/affidabilità/prezzo e un ampio mercato per la compravendita dell’usato.

    UNA LEGGENDA

    Si chiama Leica, nata dalla mente dell’ingegner Oskar Barnack che nel 1914 inventa e realizza la prima “miniaturkamera”, un apparecchio fotografico veramente tascabile, robusto e affidabilissimo, in grado di catturare e restituire immagini di alta qualità grazie all’impiego di un “rullino” di pellicola formato 35mm, nata per l’impiego cinematografico. La fotocamera, a cui sostanzialmente non verranno applicate sostanziali modifiche rispetto al progetto iniziale, incontra immediatamente le esigenze di una schiera emergente di fotografi, orientati verso un tipo di fotografia istantanea, scattata per strada, cogliendo il momento decisivo di ogni azione. Alcuni di essi fonderanno la Magnum, che è tuttora forse la più prestigiosa agenzia fotografica al mondo. L’azienda esiste tuttora, e rappresenta la quintessenza della tecnologia e della cura maniacale nella realizzazione di ogni dettaglio e del design. I prodotti, ovviamente molto costosi, sono destinati a un’adeguata fascia di mercato, composta più che da fotografi professionisti (che tendono pragmaticamente a puntare più su marchi tipo Nikon e Canon), a fotoamatori di alto livello, artisti e “aficionados”. La distribuzione è affidata a punti vendita molto selezionati oltre che a una rete di “Leica Stores” monomarca. Perché comprarla? Per il gusto di possedere un oggetto esclusivo e un brand leggendario.

    A presto con un altro capitolo dei miei “consigli per gli acquisti” di questo meraviglioso universo fotografico!

    Intanto un abbraccio e buone foto a tutti!

  • LAVANDA LA PIANTA DELL’ESTATE

    LAVANDA LA PIANTA DELL’ESTATE

    a cura di Roberto Melotti – Photographer

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    La lavanda è un arbusto perenne originario del bacino mediterraneo, diffuso soprattutto nell’Europa meridionale.

    Oggi, il Paese dove la lavanda viene coltivata maggiormente è sicuramente la Francia e, in particolare, la Provenza dove, al tempo della fioritura estiva, si possono ammirare meravigliose distese di campi “colorati” di viola.

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    In realtà bei campi di lavanda, più piccoli e sparsi a macchia di leopardo rispetto a quelli provenzali, sono anche in Italia e pure nella nostra regione Emilia Romagna!

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    La lavanda non è amata solo dall’uomo, che sfrutta sin dall’antichità (si narra che il suo fosse pratica comune nell’Oriente di circa 5000 anni fa) le sue proprietà. Le essenze dei fiori di lavanda sono particolarmente amati anche da molti insetti, in particolare le farfalle!

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  • A DAY IN THE SUN

    A DAY IN THE SUN

    Puntuale come sempre…è arrivata finalmente! 

    Lei, l’estate, ispiratrice di mille canzoni, testimone di nuovi amori, regina di tutte le stagioni! 

    Come poter pensare di farsi trovare impreparati all’inizio di questa “WONDERFUL SEASON” in attesa solo di un nostro cenno per renderci tutto magico ed irripetibile?

    La luce del sole, il caldo dell’estate, il mare…non manca niente…

    MAGAZZINO26 ha scelto alcuni outfit “easy to wear”, dove il total black lascia spazio a colori accesi e fantasie floreali, vero “must have” del momento”

    Please, have a GREAT SUMMER!

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  • BOLOGNA PROGRAMMAZIONE MUSEI E MOSTRE dal 24 al 30 Marzo 2017

    BOLOGNA PROGRAMMAZIONE MUSEI E MOSTRE dal 24 al 30 Marzo 2017

    APPUNTAMENTI IN PROGRAMMA

    DA VENERDÌ’ 24  A GIOVEDI’ 30 MARZO 2017

    Ogni settimana i Musei Civici di Bologna propongono un ricco calendario di appuntamenti, per svelare le loro collezioni e raccontare aspetti ed episodi inediti e curiosi della storia della città, anche attraverso punti di vista differenti e insoliti accostamenti fra le diverse collezioni.

    Conferenze, laboratori, concerti, visite guidate, visite in lingua sono i principali “strumenti” di questo racconto, che si dispiega lungo millenni di storia, dai primi utensili in pietra di uomini vissuti 800.000 anni fa ai prodotti dell’attuale distretto industriale, dalla pittura alle varie forme dell’arte moderna e contemporanea, dalla musica alle grandi epopee politiche e civili.

    IN EVIDENZA

    venerdì 24 marzo

    ore 17:00 e ore 18:00 Museo Morandi – Via Don Minzoni, 14

    MuseoMorandi_Wagner_bologna musei_magazzino26 blog

    “Catherine Wagner. In Situ: Traces of Morandi” – Alle ore 17 incontro con l’artista. A seguire, alle ore 18, inaugurazione della mostra.

    Il Museo Morandi prosegue nell’intento di valorizzare la propria collezione anche grazie a un programma di mostre temporanee tese ad accostare il lavoro di Giorgio Morandi all’opera di artisti che a vario titolo si sono a lui ispirati.

    Dopo Alexandre Hollan, Wayne Thiebaud, Tacita Dean, Rachel Whiteread e Brigitte March Niedermair, è Catherine Wagner a confrontarsi con l’opera del maestro bolognese.

    Ingresso all’inaugurazione: gratuito – Info: www.mambo-bologna.org

    sabato 25 marzo e domenica 26 marzo

    ore 16:00 Museo Archeologico – Via dell’Archiginnasio, 2

     Per il ciclo Ho guardato fisso negli occhi Agamennone – “Ho guardato fisso negli occhi Agamennone”

    Spettacolo di ArchivioZeta.

    Letture da Eschilo, Omero e Schliemann a cura di Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni.

    «Poter riconoscere e tracciare i confini di Troia attraverso i diari di Schliemann sarà per noi l’occasione giusta per ritornare su due autori che amiamo e che abbiamo molto frequentato: Omero e Eschilo.

    Leggeremo i versi dell’Iliade e dell’Odissea cercando le tracce di Ettore e Achille che si sono inseguiti intorno alla Rocca e quelle del periglioso ritorno di Odisseo e di Agamennone narrato nell’Orestea, ci siederemo sulla riva del fiume sacro Scamandro… tra achei e troiani, ancora una volta senza saper scegliere da che parte stare». (ArchivioZeta)

    Ingresso: € 7,00 fino ad esaurimento posti – Info: www.museibologna.it/archeologico

    mercoledì 29 marzo

    ore 18:00 Museo Medievale – Via Manzoni, 4

    In occasione della mostra STIGMATA – La tradizione del tatuaggio in Italia – “L’origine del Marchio”

    Conferenza di Nicolaj Lilin e Danilo Rossi Lajolo di Cossano, che introdurranno i temi salienti della mostra. A seguire, inaugurazione.

    Ingresso alla conferenza e all’inaugurazione: gratuito – Info: www.museibologna.it/arteantica

    PER I BAMBINI

    sabato 25 marzo

    ore 10:30 Museo della Musica – Strada Maggiore, 34

    In occasione della rassegna The Best of “Segni di suoni” (I incontro)

    Laboratorio in 3 incontri per bambini da 6 a 8 anni e genitori.

    Inventare e interpretare partiture grafiche con un laboratorio Munari ® con Noemi Bermani e Tore Panu.Un laboratorio Bruno Munari ® “classico” diventa pretesto per dare forma a partiture sonore informali in un gioco di corrispondenze interdisciplinari. Partiture grafiche da inventare e interpretare che si intrecciano con un’esperienza di esplorazione sonora lasciando ampio margine all’interpretazione e all’equilibrio tra regola e caso.

    Prenotazione obbligatoria solo online su www.museibologna.it/musica.

    Si richiede conferma o eventuale disdetta entro il giovedì precedente la data del laboratorio.

    Ingresso: € 5,00 a partecipante

     ore 16:00

     In occasione della rassegna The Best of “Vibrazioni d’ombra” (II incontro)

    Laboratorio di ombre in 3 incontri per bambini da 6 a 8 anni e genitori a cura di Macinapepe Compagnia di Ombre e Didattica Alternativa.

    Un percorso che vede intrecciarsi tra loro il linguaggio delle ombre a quello musicale attraverso il gioco. I bambini, accompagnati dai genitori, sperimenteranno l’ascolto di vari strumenti, osserveranno la loro struttura, ascolteranno la vibrazione da loro emessa per poi tramutarla in suggestioni d’ombra, per mezzo di semplici tecniche provenienti dal teatro delle ombre.

    Prenotazione obbligatoria solo online su www.museibologna.it/musica.

    Si richiede conferma o eventuale disdetta entro il giovedì precedente la data del laboratorio.

    Ingresso: € 5,00 a partecipante – Info: www.museibologna.it/musica

    ore 15.30:00 Museo del Patrimonio Industriale – Via della Beverara, 123

     “Osservando il Cielo di notte” – Laboratorio per ragazzi da 8 a 12 anni.

    Grazie al simulatore Stellarium ed a programmi interattivi, i ragazzi – guidati da un operatore – potranno prendere confidenza con il cielo notturno, per “abitarci” e sentirsi come a casa propria.

    L’osservazione del cielo inizierà ad occhio nudo e, come tutte le cose importanti, richiederà tempo e tanta pazienza. Ma una volta identificate, le costellazioni si potranno riconoscere in qualsiasi punto del cielo.

    Si vedrà, inoltre, come gli uomini antichi per orientarsi meglio fra gli astri del cielo abbiano popolato la volta celeste di personaggi fra i più popolari delle loro mitiche storie. Alla fine i partecipanti potranno disegnare e portarsi a casa “la loro costellazione”.

    Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 24 marzo).

    Ingresso: € 4,00 (gratuito per un accompagnatore adulto) – Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

    ore 16:00 MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – Via Don Minzoni, 14

     “Mi lego a te” – Laboratorio per nonne, mamme e bambine dai 5 anni.

    Le articolate acconciature di Frida Kahlo, protagonista a Palazzo Albergati di Bologna della mostra “La Collezione Gelman: Arte Messicana del XX secolo” dedicata all’arte messicana, saranno fonte di ispirazione per un laboratorio tutto al femminile.

    Mamme, nonne, bambine e ragazze potranno sperimentare la pratica dell’intreccio inteso come, pettinatura, treccia, nodo, legame, intrigo, trama e groviglio. Intrecci di capelli, umori, emozioni e stati d’animo.

    Prenotazione obbligatoria allo 051 6496628 oppure mamboedu@comune.bologna.it.

    Ingresso: € 5,00 a bambina. Per i possessori di Card Musei Metropolitani Bologna ingresso gratuito per max 2 bambine

    Info: www.mambo-bologna.org

    domenica 26 marzo

    ore 15:30 Museo del Patrimonio Industriale – Via della Beverara, 123

    “La Scienza per i giovani”

    Presentazione del volume “Gioca e fai” con Roberto Papetti e laboratorio per ragazzi da 8 a 12 anni.

    Il laboratorio, guidato dal maestro Roberto Papetti, propone la costruzione di alcuni giocattoli e la loro “sparigliatura”, cioè una sorta di montaggio creativo che non ha solo funzioni di presentazione artistica  ma è anche modo per conoscere, riconoscere trovare significati improbabili e, a prima vista, impensabili.

    Nel corso dell’attività, il lavoro manuale sarà finalizzato all’ideazione e alla costruzione di congegni ludici, fatti con materiali semplici e riciclabili, ma anche di piccoli oggetti che servono per imparare qualcosa come, ad esempio, il teleidoscopio, attingendo alla tradizione dei giocattoli di ogni paese del mondo e di ogni tempo.

    Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 24 marzo).

    Ingresso: gratuito – Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

    GLI ALTRI APPUNTAMENTI

    venerdì 24 marzo

    ore 21:00 Museo della Musica – Strada Maggiore, 34

    In occasione della rassegna Nell’anno di… I musicisti raccontano i musicisti – “Lutero e la musica”

    Concerto itinerante nelle sale del museo con Ensemble Galinverna: Corrado Margutti e Marcella Tessarin (voci), Elisa Fighera (viella, violino, percussioni), Mauro Basilio (liuto, violoncello, percussioni), Marco Suppo (viola d’amore a chiavi, ghironda), Fabio Rinaudo (cornamuse, flauti).

    Un itinerario musicale attraverso i secoli nei quali la musica ed il canto hanno accompagnato il messaggio della Riforma Luterana nelle sue molteplici declinazioni: dal vasto repertorio di danze e composizioni a carattere sacro fino ai Lieder più amati dal popolo, in cui ai testi dei canti militari o goliardici venivano sostituite le parole dei Salmi.

    Galinverna è un ensemble vocale-strumentale che prende il nome dalla variante della parola piemontese “galaverna”, che definisce quella rugiada ghiacciata che si forma nelle fredde mattine invernali. E il primo ambito di ricerca in cui ci si sono cimentati è proprio la tradizione delle loro valli: musica fatta da strumenti con una lunghissima storia, legata a usanze, ricorrenze e forme stilistiche.

    La ricerca sulla musica medievale, in cui sono particolarmente attivi, è un andare alla fonte, un guardare all’antico cercando spunti di riflessione per analizzare la contemporaneità.

    È possibile prenotare i biglietti sul sito www.museibologna.it/musica.

    Ingresso: € 10,00 intero / € 8,00 ridotto (possessori del biglietto di un evento precedente di “Nell’anno di…”; studenti universitari con tesserino; possessori della Card Musei Metropolitani Bologna)

    Info: www.museibologna.it/musica

    sabato 25 marzo

    ore 16:00 Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore, 6

    “Cavalieri e artisti: ruolo e status sociale dei grandi Maestri del XVII secolo”

    Visita guidata a cura di Giacomo Alberto Calogero, RTI Senza Titolo s.r.l. e ASTER s.r.l.

    Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto) – Info: www.museibologna.it/arteantica

    domenica 26 marzo

    ore 10:30 Museo Davia Bargellini – Strada Maggiore, 44

    “La collezione di ceramiche del Museo Davia Bargellini”

    Visita guidata a cura di Paolo Cova, RTI Senza Titolo s.r.l. e ASTER s.r.l.

    Ingresso: gratuito – Info: www.museibologna.it/arteantica

    ore 11:00 Museo del Risorgimento – Piazza Carducci, 5

    “Fare l’Italia. Il Risorgimento romantico e eroico nei dipinti di Edoardo Matania (1849-1927)”

    Visita guidata alla mostra con Otello Sangiorgi, Museo civico del Risorgimento.

    Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)

    Info: www.museibologna.it/risorgimento

    ore 15:00 Cimitero della Certosa – Via della Certosa, 18

    “Certosa criminale: storie di delitti e passioni”

    Amori mal corrisposti o finiti tragicamente, omicidi feroci, truffe leggendarie. Sotto la bellezza dei marmi si nascondono storie noir che scopriremo insieme: anche la Certosa fu teatro di fatti d’arme, d’amore e… di morte!

    Visita guidata a cura di Associazione Culturale Didasco. Prenotazione obbligatoria al 348 1431230 (pomeriggio-sera).

    Ritrovo presso l’ingresso principale della Certosa (cortile Chiesa).

    Ingresso: € 10,00 (per ogni ingresso pagante due euro saranno devoluti per la valorizzazione della Certosa)

    Info: www.museibologna.it/risorgimento

    ore 15:30 MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – Via Don Minzoni, 14

    “Futuri Maestri”

    Il progetto “Futuri Maestri” vede il Dipartimento educativo MAMbo collaborare con Compagnia Teatro dell’Argine di San Lazzaro di Savena. La sfida è individuare, anche attraverso un percorso artistico senza precedenti che spazia dal teatro alla fotografia, dall’arte figurativa alla didattica, i futuri maestri.

    Amore, guerra, lavoro, crisi, migrazione: su queste parole il Dipartimento educativo ha lavorato nei mesi scorsi con la classe V primaria della Scuola De Amicis di Bologna: 5 workshop, ognuno dedicato a una parola/tema e a un’opera significativa. Amore, Renato Guttuso; Lavoro Giorgio Morandi; Crisi, Gastone Novelli; Migrazione, Adrian Paci; Guerra, Matthew Day Jackson.

    I laboratori hanno prodotto elaborati dedicati alle 5 parole e alle 5 opere ad esse legate, collages, scrittura, disegno e pittura che andranno a realizzare 5 grandi manifesti.

    Domenica 26 marzo dalle 15.30 i manifesti sono visibili nel foyer del MAMbo, saranno accolte famiglie e scuole della Città Metropolitana e Silvia Spadoni, storica curatrice del Dipartimento educativo, terrà una lezione-spettacolo con testi di Bruno Stori. Il pomeriggio si conclude con la visita dei partecipanti in Collezione Permanente.

    I 5 manifesti saranno in seguito esposti nel foyer dell’Arena del Sole, nelle 10 giornate di replica dello spettacolo conclusivo che coinvolge 1000 giovanissimi attori (Arena del Sole, 3-11 giugno 2017), circondate dai lavori di artisti, fumettisti, illustratori, che hanno realizzato opere dedicate alle 5 parole chiave del progetto. Ingresso: gratuito

    ore 16:00

    “Visita guidata al Museo Morandi, la Collezione”

    L’allestimento ripercorre le diverse fasi della vicenda artistica di Giorgio Morandi, proponendo accostamenti tra i suoi lavori e quelli di altri autori contemporanei.

    Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 (martedì e giovedì, dalle 9 alle 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.

    Ingresso: € 4,00 + biglietto museo (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto). Per i convenzionati € 3,00 per la visita guidata + € 4,00 l’ingresso al museo. Per i possessori della Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per la visita guidata (ingresso museo gratuito)

    Info: www.mambo-bologna.org

    ore 16:30 Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore, 6

    “Sguardi in galleria. Sculture del XVIII e XIX secolo”

    Visita guidata alla mostra a cura di Antonella Mampieri, Musei Civici d’Arte Antica.

    Un percorso attraverso la scultura alle Collezioni Comunali d’Arte, dagli ultimi sprazzi del Barocchetto all’elegante rigore neoclassico delle decorazioni della Sala Vidoniana, approdando alla grazia dell’”Apollino” di Antonio Canova e agli esiti del suo ultimo allievo, Cincinnato Baruzzi.

    Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto) – Info: www.museibologna.it/arteantica

    ore 17:00 Museo della Musica – Strada Maggiore, 34

    In occasione della rassegna Nell’anno di… I musicisti raccontano i musicisti

    “Tutti gli altri ne han trentuno”

    Incontro con Guido Mambella. A cura di Athena Musica, gruppo di studio attivo nel Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.

    La ricerca dello strumento perfetto nella cultura europea: il Clavemusicum omnitonum di Vito Trasuntino (Venezia, 1609) del Museo della Musica.

    La speculazione musicale si è sempre nutrita del sogno di uno strumento in grado di accogliere tutti i suoni del sistema di intonazioni teoriche nella loro massima perfezione. Ma a volte il sogno della ragione genera mostri.

    È possibile prenotare i biglietti sul sito www.museibologna.it/musica.

    Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti. – Info: www.museibologna.it/musica

    MOSTRE

     Museo del Risorgimento – Piazza Carducci, 5

    “Fare l’Italia. Il Risorgimento romantico e eroico nei dipinti di Edoardo Matania (1849-1927)”, fino al 2 aprile 2017

    Se Giuseppe Verdi creò la colonna sonora dell’unità d’Italia, la sua immagine fu immortalata da Edoardo Matania. Su richiesta dell’editore Emilio Treves, il grande illustratore napoletano realizzò una serie di dipinti che, tra fedeltà al dato storico e mitologia eroica, ripercorrono il Risorgimento a partire da Gioacchino Murat (1815) fino alla proclamazione di Roma a capitale del nuovo Regno (1871). Tradotte in illustrazioni a stampa, le opere di Matania divennero ben presto popolarissime, contribuendo in misura decisiva a delineare e a trasmettere alle epoche successive i tratti del Risorgimento e dei suoi protagonisti.

    La mostra presenta per la prima volta riuniti insieme una cinquantina di quei dipinti. Sono inoltre esposte stampe e pubblicazioni conservate presso la biblioteca del Museo del Risorgimento, che documentano il successo di questa importante operazione di costruzione di una memoria collettiva nazionale.

    La mostra è realizzata grazie ad Enrico Gallerie d’Arte – Milano / Genova, in collaborazione con il Comune di Genova ed il Museo del Risorgimento – Istituto Mazziniano di Genova.

    Info: www.museibologna.it/risorgimento

    Museo Medievale – Via Manzoni, 4

    “Martino Genchi. Raccogli la cosa nell’occhio”, fino al 26 marzo 2017

     Si intitola “Raccogli la cosa nell’occhio” il progetto di Martino Genchi appositamente ideato per il Museo Medievale.

    Invitato a confrontarsi con un contesto in cui la lacunosità di alcuni reperti di epoca medievale costituisce un principio fondante per l’allestimento espositivo, Genchi sceglie di posare il proprio sguardo non su ciò che sopravvive come testimonianza frammentaria del passato, bensì sulla memoria attiva di ciò che appare nella sua assenza a causa del disfacimento della storia.

    I danneggiamenti e i vuoti generati da terremoti, spoliazioni e cancellazioni, vengono interpretati dall’artista come segnali di un conflitto tra ricerca di eternità e consunzione del quotidiano, per essere trasformati in fenomeni visivi: oggetti dello sguardo che si aggiungono a quelli esposti all’interno del display museale.

    L’intervento concepito da Genchi si insinua infatti nelle profondità delle opere non per sondarne l’intenzione semantica, ma per indagarne le parti mancanti che ne compromettono una rappresentazione formale compiuta, e proprio per questo, continuano a echeggiare per lunghe distanze temporali la necessità di trasmissione della propria percezione, oltre la soglia di ciò che è accessibile all’occhio.

    L’artista interagisce infatti con le sue collezioni e i suoi spazi architettonici attraverso un percorso di installazioni poligonali, in alcuni casi delimitate da cornici in alluminio anodizzato argenteo, fissate in sospensione alle pareti da tiranti, che affiorano come espressioni mediate di un tempo trascorso non più visibile attraversando sei sale del museo, tra piano interrato, piano terra e primo piano come un fluido dispositivo di compatta coerenza formale.

    Il progetto è accompagnato dal contributo critico di Claudio Musso.

    Si ringrazia la Galleria Michela Rizzo per la gentile collaborazione e il prezioso supporto.

    Il progetto è promosso dall’Istituzione Bologna Musei nell’ambito della sezione ART CITY Polis della quinta edizione di ART CITY Bologna.

    Info: www.museibologna.it/arteantica

     MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – Via Don Minzoni, 14

    “Jonas Burgert. Lotsucht / Scandagliodipendenza”, fino al 17 aprile 2017

    Il MAMbo presenta la prima personale in Italia dell’artista tedesco Jonas Burgert.

    “Lotsucht / Scandagliodipendenza”, curata da Laura Carlini Fanfogna, propone negli ampi spazi della Sala delle Ciminiere 38 dipinti, prevalentemente di grandi dimensioni, creati dall’artista nell’ultimo decennio.

    Jonas Burgert, con ogni composizione, con ogni singola pennellata dipinge veri e propri scenari. Le sue opere raffigurano la sua visione della rappresentazione teatrale che costituisce l’esistenza umana, dell’inesauribile bisogno dell’uomo di dare un senso, una direzione e uno scopo alla propria vita. La ricerca si apre ad ogni sfera della ragione, dell’immaginazione e del desiderio generando tele di grandi dimensioni, affollate di figure fantastiche di proporzioni diverse: ci sono scimmie e zebre, scheletri e arlecchini, amazzoni, bambini, a volte il pittore stesso. Questa dinamica soprannumeraria genera un senso di forte inquietudine in chi guarda: i soggetti raffigurati indossano maschere e costumi, ci sono pareti e pavimenti che si squarciano rivelando cumuli di corpi o liquidi incandescenti, mentre un buio inspiegabile incombe ovunque.

    Lo scandaglio che troviamo nel titolo della mostra appare con frequenza nelle opere di Jonas Burgert. Scandagliare compulsivamente la realtà in un cimento perpetuo è la passione, l’ossessione dell’artista. Metaforicamente il filo a piombo simboleggia l’equilibrio interiore e la ricerca spirituale. Burgert privilegia l’analisi dei grandi temi esistenziali, in un percorso di approfondimento che non disdegna di avventurarsi in angoli ignoti per esplorare sentimenti, emozioni, ossessioni, demoni, per ridefinire, prova dopo prova, un rinnovato “ubi consistam”, per ripristinare il punto di equilibrio dopo l’abbandono di ogni saldo appoggio nel tentativo di ampliare i limiti della conoscenza personale e rinsaldare le ragioni di vita hic et nunc, per ristabilire il centro di gravità dopo ogni nuova, anche estrema, esperienza.

    Si ringrazia Blain|Southern Gallery per la gentile collaborazione e il prezioso supporto.

    La mostra rientra nella sezione ART CITY Polis della quinta edizione di ART CITY Bologna.

    Info: www.mambo-bologna.org

    Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6

    “Algardi, Bernini, Velázquez: tre ritratti a confronto”, fino all’8 maggio 2017

    I Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con i Musei Capitolini di Roma, espongono per la prima volta a Bologna un dipinto di Diego Velázquez (1599-1660).

    Nella Sala Urbana delle Collezioni Comunali d’Arte è visibile il “Ritratto di uomo” della Pinacoteca Capitolina, che la critica ha supposto possa essere un autoritratto del celebre artista spagnolo.

    L’arrivo del quadro a Bologna, che offre anche l’occasione per ricordare il passaggio dello stesso grande pittore spagnolo nella nostra città nel corso del suo primo viaggio in Italia (1629-1641), presta lo spunto per costruire un breve percorso su alcuni momenti della storia del ritratto nella Roma della prima metà del Seicento, in cui si assiste ad una nuova formulazione di questo specifico genere artistico, destinata a grande fortuna.

    La mostra, a cura di Massimo Medica e Mark Gregory D’Apuzzo, accosta infatti allo straordinario dipinto dell’artista spagnolo due opere dei Musei Civici bolognesi, ugualmente significative: il “Busto di papa Gregorio XV” (1621-1622) di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), esemplare in bronzo derivato dal prototipo in marmo richiesto dal cardinal nipote Ludovico Ludovisi in occasione della salita dello zio al soglio pontificio, e la “Testa di San Filippo Neri” (realizzata intorno al 1640) di Alessandro Algardi (1595-1654), modellata in cera rossa e ricavata dalla maschera funeraria del Santo conservata nella chiesa della Vallicella a Roma.

    Tre ritratti, dunque, uno in pittura e due in scultura.

    Info: www.museibologna.it/arteantica

    Museo Medievale – Via Manzoni, 4

    “San Domenico: il volto del Santo nei codici miniati del Museo Civico Medievale 1216-2016”, fino all’11 giugno 2017

    In occasione dell’Ottavo Centenario della conferma della regola dell’Ordine dei Predicatori (1216-2016), la piccola esposizione, curata da Ilaria Negretti e Paolo Cova, è dedicata allo studio iconografico delle miniature di Domenico rintracciate nei codici Due-Trecenteschi conservati nella collezione del Museo Civico Medievale.

    «…era di statura media, di corporatura delicata, la faccia bella e un poco rossa, i capelli e la barba leggermente rossi, belli gli occhi. Dalla sua fronte, e fra le ciglia, irraggiava un certo splendore, che attirava tutti a venerarlo e ad amarlo. Sempre ilare e giocondo, se non mosso a compassione per qualche afflizione del prossimo. Aveva le mani lunghe e belle. Aveva una grande voce bella e risonante. Non fu affatto calvo, ma aveva la corona della rasura del tutto integra, cosparsa di pochi capelli bianchi.»

    In questa mirabile descrizione di Domenico di Guzmán la beata Cecilia Cesarini, partecipe della prima esperienza del nuovo ordine, tratteggia con realismo la sua fisionomia. È interessante notare come le immagini più antiche, realizzate nella seconda metà del XIII secolo, a qualche decennio di distanza dalla morte del Santo (1221), paiono tramandare la memoria del suo vero volto.

    Info: www.museibologna.it/arteantica

    Museo del Patrimonio Industriale – Via della Beverara, 123

    “Il valore della tecnica: 120 anni di Officine Ortopediche Rizzoli”, fino al 16 aprile 2017

    La mostra, a cura di Officine Ortopediche Rizzoli, presenta pannelli illustrativi, oggetti – fra cui protesi, strumenti, banconi da lavoro – diversi exhibit, videoproiezioni e apparati multimediali, suddivisi in 6 ambiti tematici, che consentono di ricostruire la storia delle Officine Ortopediche Rizzoli dal 1896 ad oggi, sottolineando le scelte, le ricerche, gli indirizzi innovativi che hanno portato a sviluppare tecnologie d’avanguardia.

    Il fondatore Francesco Rizzoli dedicò la vita alla medicina, contribuendo concretamente alla nascita dell’Istituto ortopedico (1896) dando come obiettivi il «progresso delle scienze, del bene dell’umanità e del patrio decoro».

    Negli anni tra le due guerre mondiali le Officine si specializzarono nella produzione di protesi e ausili per le persone, introducendo, negli anni 1950-’70, anche materiali adatti a soddisfare le esigenze funzionali ed estetiche di un mondo in rapido mutamento.

    Le tendenze degli ultimi 30 anni vedono introdurre tecnologie sofisticate e innesti robotici per concorrere non solo al pieno recupero della funzionalità anatomica, ma per consentire di raggiungere anche prestazioni inattese in molteplici campi della vita attiva.

    Oggi, dopo 120 anni la sfida non è ancora conclusa: per tenere fede all’idea del fondatore, ossia la vicinanza al paziente nel suo recupero funzionale, Officine Ortopediche Rizzoli è entrata nel gruppo ab medica holding, una realtà leader nella produzione e distribuzione di tecnologie medicali, con una prospettiva di sviluppo sempre più vicina alle esigenze delle persone.

    Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale


    L’Istituzione Bologna Musei racconta, attraverso le sue collezioni, l’intera storia dell’area metropolitana bolognese, dai primi insediamenti preistorici fino alle dinamiche artistiche, economiche, scientifiche e produttive della società contemporanea.

    Un unico percorso diffuso sul territorio, articolato per aree tematiche. Archeologia, storia, storia dell’arte, musica, patrimonio industriale e cultura tecnica sono i grandi temi che è possibile affrontare, anche attraverso percorsi trasversali alle varie sedi.

    Fanno parte dell’Istituzione Bologna Musei: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Villa delle Rose, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, Museo della Tappezzeria “Vittorio Zironi”.

    Info: www.museibologna.it.

    La Card Musei Metropolitani di Bologna è il nuovo servizio attivato in occasione del IX centenario del Comune di Bologna per ampliare l’accessibilità al patrimonio storico artistico della città: un abbonamento che offre accesso illimitato alle collezioni permanenti e ingresso a prezzo ridotto alle mostre temporanee di tanti musei della città e dell’area metropolitana. Vale 12 mesi e costa 25 euro: tutte le informazioni sono disponibili sul sito cardmuseibologna.it.

    INDIRIZZI E RECAPITI

    MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi

    via Don Minzoni 14 – tel. 051 6496611

    aperto: martedì, mercoledì, domenica e festivi: ore 10-18; giovedì, venerdì e sabato: ore 10-19

    Casa Morandi

    via Fondazza 36 – tel. 051 6496611

    aperto: su prenotazione solo nei seguenti giorni e orari:

    da ottobre a maggio venerdì e sabato ore 14-16; domenica: ore 11-13

    da giugno a settembre venerdì e sabato ore 17-19; domenica: ore 11-13

    Villa delle Rose

    via Saragozza 228/230 – tel. 051 436818 – 6496611

    aperto: in occasione di eventi espositivi

     Museo per la Memoria di Ustica

    via di Saliceto 3/22 – tel. 051 377680

    venerdì, sabato e domenica: ore 10-18

    Museo Civico Archeologico

    via dell’Archiginnasio 2 – tel. 051 2757211

    aperto: martedì – venerdì: ore 9-15; sabato, domenica e festivi: ore 10-18.30

    Museo Civico Medievale

    via Manzoni 4 – tel. 051 2193916 – 2193930

    aperto: martedì – venerdì: ore 9-15; sabato, domenica e festivi: ore 10-18.30

    Collezioni Comunali d’Arte

    Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6 – tel. 051 2193998

    aperto: martedì – venerdì: ore 9-18.30; sabato, domenica e festivi: ore 10-18.30

    Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini

    Strada Maggiore 44 – tel. 051 236708

    aperto: martedì – sabato: ore 9-14; domenica e festivi: ore 9-13

    Museo internazionale e biblioteca della musica

    Strada Maggiore 34 – tel. 051 2757711

    aperto: martedì – venerdì: ore 9.30-16; sabato, domenica e festivi: ore 10-18.30

    Museo del Patrimonio Industriale

    via della Beverara 123 – tel. 051 6356611

    aperto: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì: ore 9-13; sabato: ore 9-13 e 15-18; domenica: ore 15-18

    Museo civico del Risorgimento

    Piazza Carducci 5 – tel. 051 347592

    aperto: martedì – domenica: ore 9-13

  • GOOD VIBRATIONS – video backstage

    GOOD VIBRATIONS – video backstage

    Durante lo shooting che ha dato vita all’editoriale “GOOD VIBRATIONS”, sono state effettuate le riprese per il montaggio del video backstage da Alia Simoncini. 

    Guardiamoci il video e andiamo a scoprire qualcosa in più su di lei! 

     

      

    ALIA SIMONCINI VIDEOMAKER

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  • W MOMIX FOREVER

    W MOMIX FOREVER

    a cura di Andrea Chemelli 

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    Inventare qualcosa di nuovo e originale al giorno d’oggi è difficilissimo, specie se si opera all’interno di un settore artistico già ampiamente sviluppato, in cui ormai si è sperimentato di tutto nel corso di decenni, per non dire secoli o addirittura millenni. La danza è senza dubbio uno dei più antichi, visto che l’essere umano la pratica fin dalla notte dei tempi…eppure a volte qualcuno ci riesce. Si tratta di menti geniali, capaci di intuizioni fuori dal comune affiancate da eccezionali capacità, sia creative che tecniche.

    Moses Pendleton non solo appartiene a questa élite, ma vi occupa un posto d’onore.

    Nato nel Vermont, dove il padre possiede una fattoria e alleva bestiame, il giovane Moses manifesta ben presto grande amore per la natura unito a una spiccata predisposizione atletica, che esprime in qualità di promettente sciatore. Ma la sua mente visionaria, insieme ad una serie di vicissitudini (tra cui il suicidio del padre e successivamente un incidente sugli sci) lo spingono a rimettersi in gioco in altre direzioni, abbandonando la prospettiva di una tranquilla ed agiata vita di campagna. Il giovane Moses si dedica ad esplorare sempre più a fondo l’universo della bellezza, della fisicità, dell’estetica sublime offerta dal corpo in movimento unita all’emozione della scena: è così che entra nel mondo della danza.

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    Nel 1971 collabora alla formazione di Pilobolus, un gruppo di atleti ballerini alla ricerca di un linguaggio coreografico che è fusione tra sport, arte, danza e multimedialità. Ma Pendleton non può fermarsi qui, sente il bisogno di potersi esprimere come coreografo, regista e scenografo lavorando in piena autonomia con una compagnia tutta sua, che fonda nel 1980 e battezza col nome di Momix (ispirandosi, curiosamente, alla marca di un integratore alimentare per bovini).

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    Inizia così un’avventura che proseguirà per oltre 35 anni, attraverso la creazione di una serie di memorabili spettacoli , ispirati ora allo sport (Baseball), ora alla natura (Opus Cactus e Botanica), alla suggestione di un particolare paesaggio musicale (Passion), all’astronomia (Lunar Sea), all’alchimia (Alchemia), fino a Remix, un lavoro antologico presentato nel 2014, e all’odierno W Momix Forever.

    Grazie ad un innovativo e sapiente uso di luci, materiali particolari, proiezioni ed effetti scenici i corpi dei danzatori appaiono e scompaiono, si pietrificano o fluttuano, si trasformano in fiori e uccelli…. la metamorfosi è una costante nella produzione dei Momix perché, secondo Pendleton, “esiste una connessione molto stretta tra gli esseri umani, le piante e gli animali; e la danza, con il trans ipnotico in cui ci sommerge, è uno dei modi per rivelarla”. “La mia ispirazione è un po’ meno urbana rispetto agli altri coreografi – dice ancora Pendleton – Trascorro un sacco di tempo nel mio giardino, passeggiando tra i girasoli….”.

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    Gli spettacoli dei Momix sono pura bellezza, un inno alla fisicità in cui i corpi non emanano nulla di sessuale. Si muovono come foglie, foglie bellissime che fanno innamorare sprigionando grazia ed energia vitale sulle note di emozionanti colonne sonore che spaziano da Vivaldi a Peter Gabriel, da brani New Age a rumori e canti di uccelli: nei suoi immaginifici spettacoli, Pendleton cerca e trova la natura nei corpi dei suoi ballerini, coltiva e inneggia il suo giardino sul palcoscenico.

    Qualche anno fa ho avuto la grande fortuna e il raro privilegio di poterlo incontrare, frequentare la compagnia e fotografare alcuni spettacoli grazie al loro angelo custode, l’impresario che da anni organizza e segue le loro tournée in giro per il mondo: un gentiluomo d’altri tempi di nome Julio Alvarez, col quale ho stretto una bella amicizia.

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    Il cast artistico è in continua evoluzione e ogni anno la compagnia tiene audizioni alla ricerca di giovani danzatori talentuosi ed atletici in possesso di solide basi tecniche, sia classiche che contemporanee, aperti alla creatività, fantasia e innovazione. Le audizioni sono aperte e le date vengono pubblicate sul sito ufficiale: volete partecipare?

    Se non ve la sentite, o se siete in dubbio, non perdetevi uno degli spettacoli della loro imminente tournée italiana, che ripropone Opus Cactus, spettacolo ispirato alla natura del deserto nordamericano.

     

    Ecco le date:

    Dal 22 al 27 novembre: Teatro Toniolo, Mestre;

    Dal 29 novembre al 4 dicembre: Teatro Comunale, Vicenza;

    6 e 7 dicembre: Auditorium Palabanco, Brescia;

    9 e 10 dicembre: Teatro Cleberg, Bergamo;

    12 e 13 dicembre: Teatro Comunale, Varese;

    Dal 15 al 18 dicembre: Teatro Comunale, Carpi.

     

     

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  • FOTOGRAFARE LA DANZA

    FOTOGRAFARE LA DANZA

    a cura di ANDREA CHEMELLI

    La fotografia di scena è una branca molto particolare, capace di dare grandi soddisfazioni ma che, oltre a richiedere una spiccata sensibilità artistica unita a un’ottima padronanza tecnica, obbliga il fotografo a osservare una serie di regole e attenzioni.
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    È infatti necessario operare in maniera di non recare disturbo agli spettatori e agli artisti sul palco: bisogna diventare invisibili e silenziosi, perché anche il click di uno scatto nella platea di un teatro può risultare molto più rumoroso di quanto si possa pensare. È quasi sempre necessario fotografare da fondo sala o da uno dei palchi frontali (quindi da una postazione lontana anche decine di metri dal palcoscenico), ed è assolutamente vietato usare il flash e farsi notare in alcun modo.

    Se poi si tratta di uno spettacolo di danza, le cose si complicano ulteriormente: ci si trova a riprendere azioni dinamiche con luci di scena sempre affascinanti ma spesso decisamente scarse per la fotografia, quindi bisogna lavorare con fotocamere capaci di alte sensibilità, teleobiettivi molto luminosi e tempi di scatto sufficientemente veloci a bloccare movimenti come salti e piroette: in poche parole, si opera in condizioni al limite. È uno dei tipi di fotografia meno democratici, per poterla praticare è indispensabile possedere un’attrezzatura adeguata, decisamente costosa.

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    Personalmente, uso fotocamere Nikon full frame (D4s e D800), con ottiche 70-200 f2,8 VR e 300 f2,8, montate su un monopiede con testa a sfera e regolate tra i 1200 e i 5000 ISO, con diaframmi molto aperti e tempi di scatto da 1/125 a 1/500 di secondo. È inutile ricercare un bilanciamento del bianco specifico visto che il colore delle luci cambia continuamente, ma può essere conveniente scattare in raw, per poter in seguito recuperare errori di esposizione. Altri accorgimenti: per prima cosa è necessario procurarsi un accredito (di norma non è consentito fotografare durante uno spettacolo), dopo di che conviene arrivare in teatro col dovuto anticipo, informarsi su dove è o non è consentito posizionarsi, vestirsi di nero (non per sfizio estetico ma per potersi muovere nella penombra senza farsi notare), procurarsi un’imbottitura insonorizzata per la fotocamera (che va regolata in modalità “scatto silenzioso”), trovarsi una postazione frontale a fondo sala, badando a non impallare la visuale di spettatori o cameramen, e soprattutto scattare con parsimonia, approfittando degli stacchi musicali più forti, che spesso coincidono con gli “accenti” coreografici.

    Se è possibile, assistere alle prove dello spettacolo ci può aiutare molto per capire quali saranno i momenti più interessanti, oltre a permetterci di fotografare i danzatori in momenti di minor tensione e da postazioni più vicine, approfittando della mancanza di spettatori.

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    È sempre buona regola consegnare o spedire entro tempi brevi una selezione delle immagini migliori agli artisti, al regista o al direttore artistico del teatro: in questo modo, se si è lavorato con professionalità, sarà possibile ottenere in futuro nuovi accrediti.

    Infine, un occhio di riguardo nel precipitarsi a pubblicare ovunque le immagini appena riprese: chiedere agli artisti o a chi per loro un’autorizzazione o anche un semplice parere è di dovere.

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