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  • ANGELI A QUATTRO ZAMPE

    ANGELI A QUATTRO ZAMPE

    FASHION VETS FOR FASHION PETS

    a cura della Dott.ssa Federica Clemente e del Dr. Thomas Calderoni – Ambulatorio Veterinario Associato San Luca

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    Vita e morte sono inestricabilmente collegate, per quanto amiamo i nostri pet da compagnia, siamo consapevoli che la loro vita, purtroppo, dura di meno della nostra e che prima o poi ci troveremo nella drammatica situazione di doverli salutare per sempre.

    La sofferenza è enorme e  spesso non può essere capita da chi non ha mai avuto la fortuna di amare un cane, o un gatto, o un coniglio, o un cavallo, o qualsiasi altro animale. Loro sono sempre accanto a te, ti amano e ti accettano con i tuoi pregi e i tuoi difetti, e non chiedono molto, solo di essere amati. Non comunicano con le parole , ma con i loro gesti e con i loro occhi che sono lo specchio del loro animo totalmente puro. Subire la perdita del proprio animale domestico non significa semplicemente perdere un animale, bensì un amico fidato e un compagno di vita.

    L’elaborazione del lutto è un processo intenso che spesso avviene gradualmente. Il tempo e i modi di sperimentare il lutto variano da persona a persona, da situazione a situazione. Il trascorrere del tempo poi riuscirà a trasformare quel dolore in un dolce ricordo, non dimenticheremo mai il nostro amatissimo amico ma impareremo a convivere con il ricordo dei momenti belli che abbiamo trascorso con lui.

    Elaborare il lutto non è mai facile, ci possono essere situazioni che sfociano in gravi forme depressive, attraverso varie fasi:incomprensione da parte di chi non ha mai avuto un animale, difficoltà nel frequentare gli stessi luoghi in cui si andava con il proprio pet, sensi di colpa per non aver fatto tutto il possibile, impossibilità di esternare liberamente il proprio dolore proprio per mancata elaborazione di lutti precedenti.

    In queste tristi occasioni viene spesso utilizzata, per alleviare il dolore, una bellissima leggenda: La Leggenda del Ponte Arcobaleno, che si dice venga tramandata da una tribù di Indiani d’America. E’ dedicata a ogni animale che ha amato gli esseri umani e a ogni persona che ha sofferto e che soffre per la morte di un animale. Quando un nostro amico peloso ci lascia, si dice che attraversi il Ponte dell’Arcobaleno, paragonabile a una sorta di Paradiso degli esseri umani. Lì ci sono prati e colline per tutti i nostri amici speciali, cosicché essi possano correre e giocare insieme. C’è tanto cibo, acqua ed il sole splende, i nostri amici stanno bene, al caldo, in un paradiso che ogni animale sogna e desidera. Tutti gli animali malati o vecchi riprendono salute e vigore, quelli a cui è stato fatto del male o che si sono feriti in vita tornano perfetti, come se nulla fosse mai accaduto, proprio come noi ce li ricordiamo nei nostri sogni.

    Gli animali sono felici e contenti, eccetto che per una piccola cosa: tutti provano nostalgia verso qualcuno davvero speciale che hanno dovuto lasciarsi alle spalle.

    Ed è qui che si trasformano nei nostri Angeli a Quattro Zampe.

    Tutti corrono e giocano insieme felici e contenti, ma viene il giorno in cui, all’improvviso, uno di loro si ferma e guarda l’orizzonte.

    I suoi occhi scintillanti sono attenti, il suo agile corpo freme. All’improvviso comincia a correre fuori dal gruppo, volando sopra l’erba verde; le sue gambe lo spingono sempre più veloce, in una corsa senza tempo: il proprio amico uomo viene avvistato e il sogno finalmente si corona, è di nuovo unione e questa volta sarà per sempre! Nuovamente baci felici sul viso, mani che accarezzano ancora l’amata testolina, di nuovo gli occhi sinceri del proprio animale che se n’era uscito dalla vita terrena ma mai dal proprio cuore.

    Ora finalmente attraversate insieme il Ponte dell’Arcobaleno…e tutto rimarrà solo un brutto ricordo.

     “le informazioni contenute in questa rubrica sono esclusivamente di carattere divulgativo, generale e non devono in alcun modo essere sostituzione del parere medico del vostro veterinario di fiducia”

     

     

  • LA PRIMA RONDINE ….. PROBLEMA E TORMENTO PER I NOSTRI CANI E GATTI

    LA PRIMA RONDINE ….. PROBLEMA E TORMENTO PER I NOSTRI CANI E GATTI

    FASHION VETS FOR FASHION PETS

    a cura di Federica Clemente e Thomas Calderoni – Ambulatorio Veterinario Associato San Luca

     

    La prima rondine venne iersera a dirmi:

    E’ prossima la Primavera!
    Ridon le primule nel prato, gialle,
    e ho visto, credimi, già tre farfalle.
    Accarezzandola così le ho detto:
    Sì è tempo, rondine, vola sul tetto!
    (Gianni Rodari)

    Benvenuta primavera!! E con il suo arrivo iniziano le prime gite fuori porta, le prime lunghe passeggiate, comincia davvero il piacere di concedersi un po’ più di tempo all’aria aperta…ovviamente sempre in compagnia dei nostri inseparabili amici a quattro zampe!! Tra i principali problemi derivanti da tale abitudine, ricordiamo infatti, le cosiddette ectoparassitosi, cioè le infestazioni da parassiti cutanei e le patologie a esse correlate.

    In primavera e in generale, con l’aumento delle temperature, la natura si risveglia. Così avviene anche per pulci, zecche, zanzare e altri parassiti che in primavera costituiscono un vero problema e tormento per i nostri cani e gatti. Oltre a creare fastidio, possono provocare infezioni o trasmetter loro malattie.

    Primavera Cani Gatti

    Le pulci sono degli insetti che appartengono al genere Ctenocephalydes spp, e la specie più diffusa, nel gatto e nel cane domestico è Ctenocephalydes felis. Queste possono ritrovarsi sul corpo dei nostri animali e nel nostro ambiente domestico anche in inverno, ma l’infestazione aumenta in tarda primavera e all’inizio dell’autunno,  quando le condizioni ambientali favoriscono lo sviluppo delle larve. Una volta sull’ospite tendono pertanto ad eseguire il “pasto di sangue” sul nostro animale (sono pertanto detti insetti ematofagi) ed entro 24-48 ore dalla prima assunzione di sangue, le femmine iniziano a deporre le uova. La parola “pulce” suscita già di per se stessa una sgradevole sensazione pruriginosa e, anche se il problema è nella maggior parte dei casi circoscritto unicamente a cani e gatti, non sono rari i casi di interessamento anche dell’uomo. Proprio per questo motivo, è fondamentale tenere il problema sotto controllo, verificando di tanto in tanto l’eventuale presenza di questi insetti sul corpo di cani e gatti, intervenendo al più presto nelle situazioni a rischio e mettendo in atto, quando risulta indicata, una regolare prevenzione in tal senso.

    Un aspetto decisamente importante, invece, è la cosiddetta dermatite allergica da pulci, determinata da una sostanza allergizzante contenuta nella saliva dell’insetto: è sufficiente in tal caso anche un solo parassita per scatenare imponenti reazioni cutanee, che tendono rapidamente ad aggravarsi, amplificate dagli autotraumatismi (grattamento, leccamento, mordicchiamento) suscitati dal prurito.  Prevenire è meglio che curare!!

    Oltre alle pulci, un altro serio pericolo è rappresentato dalle zecche.  Rhipicephalus sanguineus, dette volgarmente zecche, sono degli ectoparassiti grandi qualche millimetro negli stadi giovanili e più di un centimetro nella forma adulta. Il maggior rischio di riscontrarle durante i nostri pic-nic, giri al parco o gite fuori porta è legato al fatto che il loro ambiente di vita è rappresentato da erba alta e cespugli. Anche questi insetti, come le pulci, si nutrono del sangue dei nostri amici, e al loro passaggio non perdono occasione di “attaccarsi” e nutrirsi mediante un morso totalmente indolore. Le zecche si nutrono del sangue dell’ospite, sul quale si attaccano grazie alla presenza di una sorta di rostro boccale: una volta individuata la propria vittima, si arrampicano o si lasciano cadere su di essa e introducono la testa nel suo corpo, succhiandone il sangue e respirando tramite particolari strutture canalicolari che si aprono all’esterno. Le conseguenze possono essere anche letali:  anemie, ferite e lesioni cutaneee a rischio di infezioni secondarie,  trasmissione, a seguito della morsicatura, di malattie infettive di una certa gravità, come per esempio la piroplasmosi, l’ehrlichiosi, la malattia di Lyme e l’emobartonellosi.

    Un discorso a parte riguardano le malattie trasmesse da vettori : la Filariosi Cardiopolmonare  e la Leishmaniosi.

    Entrambe le malattie sono subdole, difficilmente riscontriamo sull’animale la presenza di parassiti, e , proprio perché la trasmissione avviene attraverso nemici invisibili (zanzare e flebotomi), la diagnosi può essere fatta solo con opportuni accertamenti dal medico veterinario.

     La filariosi è una malattia veicolata dalle zanzare ed in particolare, secondo recenti studi, è la zanzara tigre la maggiore responsabile della diffusione della malattia. A seconda del parassita veicolato, la filariosi può presentare una forma cardiopolmonare (causato da Dirofilaria immitis) oppure cutanea (causato da Dirofilaria repens). Le larve del parassita Dirofilaria immitis entrano nel sistema circolatorio e, una volta diventati vermi adulti (lunghi anche 15 cm), si insediano nelle vicinanze di cuore e polmoni, provocando disturbi cardiaci e respiratori. Crescono e si diffondono in maniera massiccia tanto che, se la malattia non viene diagnosticata e curata in tempo, può portare alla morte del nostro animale. I vermi adulti delle larve di Dirofilaria Repens, invece, vanno a localizzarsi nel sottocute, procurando danni decisamente minori. La filariosi può manifestarsi anche a distanza di mesi rispetto al momento del contagio, è perciò importante eseguire periodicamente un test di controllo presso il veterinario di fiducia per verificare che il nostro amico a quattro zampe stia davvero bene.

    La leishmaniosi è una malattia infettiva e contagiosa causata dal parassita Leishmania Infantum,  trasmesso dalla puntura di piccoli insetti, i flebotomi (pappataci).  L’attività di questo vettore si realizza nelle ore crepuscolari e notturne con picco dopo il tramonto e quando le temperature sono tra i 15 e i 20° C. Durante il giorno, invece, rimane protetto e al sicuro rifugiandosi in luoghi oscuri come abitazioni, cantine, crepe dei muri, delle rocce e del suolo o anche buchi degli alberi. Durante le ore della sua attività, questo esegue il pasto di sangue sull’ospite, consentendo cosi il proseguimento del ciclo biologico del parassita che ha inoculato . La leishmaniosi è una zoonosi, ovvero può colpire anche l’essere umano. La trasmissione diretta da cane a uomo non è possibile perché, anche in questo caso, il vettore necessario è sempre il flebotomo. Infatti, i cani fungono solo da ospite “serbatoio” di Leishmania infantum.

    Alla luce di quanto detto l’importante è ricordarsi una regola fondamentale:la prevenzione è l’arma più importante che abbiamo a nostra disposizione, per cui non fatevi cogliere di sorpresa dalla bella stagione, chiedete al vostro veterinario di fiducia un piano di protezione mirato e personalizzato per il vostro amico a quattro zampe!!

    “Le informazioni contenute in questa rubrica sono esclusivamente di carattere divulgativo, generale e non devono in alcun modo essere sostituzione del parere medico del vostro veterinario di fiducia”

     

     

  • UN CUORE PIENO D’AMORE: QUA LA ZAMPA!

    UN CUORE PIENO D’AMORE: QUA LA ZAMPA!

    SPECIALE SAN VALENTINO

    FASHION VETS FOR FASHION PETS 

    a cura di Federica Clemente e Thomas Calderoni

    Ambulatorio Veterinario Associato San Luca

    La vita di chi gode della compagnia di un cane o di un gatto è agli antipodi: il felino, spesso ingiustamente accusato di “opportunismo”, è un compagno discreto mentre Fido si distingue per lealtà e dedizione assoluta al proprio amico umano.

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    Se il gatto è un’animale relazionale, il cane emerge per la sua natura sociale che appunto facilita molto la convivenza con l’uomo. Entrambe le specie sono, comunque, propense alla comunicazione e all’instaurazione di un legame affettivo.

    Il cane è il migliore amico dell’uomoAma spropositatamente il suo padrone e per lui è disposto a sacrificare anche la propria vita, e questo, senza chiedere nulla in cambio. Il cane manifesta il suo affetto in tantissimi modi diversi. In questo articolo desideriamo illustrare alcuni comportamenti che fanno capire se il cane “ti ama”.

     “Sono felice di vederti! Bentornato!”

    Scodinzolii, abbai, saltelli, sguardo allegro e richiesta di giocare: in tre parole, “fare le feste” è il modo tipico del cane per esprimere la gioia di essere in nostra compagnia. Poco importa se siamo stati lontani alcune ore o solo pochi minuti!

    Il comportamento più evidente che dimostra che il cane ci ami molto è il suo scodinzolio tutte le volte che ci vede, in segno di festa.  Quando si rientra a casa dopo una terribile giornata di lavoro, lo sguardo e il comportamento dell’adorato fido ci scalda il cuore e spesso allontana i malumori. Il cane agitando la coda esprime tutto il suo amore e la sua devozione. Se è molto grande arriva persino a metterci le zampe anteriori sulle spalle, quasi come se volesse improvvisare una danza!

    “Ti guardo, ti chiedo come mi devo comportare”

    A me gli occhi: un cane volge lo sguardo verso il proprietario poiché lo ritiene un riferimento sociale, un “amico fidato” su cui contare per capire se una situazione è pericolosa o meno. Quando un cane ubbidisce sempre a tutti gli ordini impartiti dal suo amico umano significa, senza ombra di dubbio, che lo ama e lo stima moltissimo. Per un cane, eseguire gli ordini che gli vengono dati è un tacito messaggio di affettodedizione e fedeltà assoluta.

    Quando un cane adora il suo padrone, cerca in tutti i modi di arrivare sul suo letto. Inizialmente ci prova timidamente, e se poi si accorge che non viene rimproverato o invitato a scendere, si accuccia ai piedi del letto e dorme beato.

    “Facciamo qualcosa insieme?”

    In molte occasioni il cane ci chiede di interagire con lui toccandoci con la zampa, saltandoci addosso oppure, se educato e tranquillo, sedendosi e guardandoci anche mettendo il suo muso vicino alla nostra mano. Anche questi sono segnali di affetto: il quadrupede ci considera come qualcuno con cui trascorrere il tempo piacevolmente, magari collaborando per un obiettivo comune.

    “Voglio starti vicino!”

    La vicinanza fisica indica una condizione di sicurezza: il cane ci considera uno “del branco” nel quale riporre fiducia e da cui avere protezione e calore.

    “Più cibo, più coccole!!

    Il cane chiede del cibo al suo padrone non solo per fame ma anche per affetto. Se è sazio e tuttavia cerca di farsi regalare un boccone supplementare dal padrone, questo significa che sta cercando di farsi coccolare perché ama il suo padrone ed è felice di essere nutrito da lui.

    Non dimentichiamo, infine, anche l’abitudine a leccare il proprietario, indice di affetto e non solo. Uno dei segnali più eloquenti di attaccamento è il suo istinto di leccare con foga il viso e le mani. Questi gesti corrispondono a dei veri e propri baci

    Insomma l’Amore fruibile dal morbido Fido è magico e sorprendente, può guarire i dispiaceri e alimentare una gioia    

    inquantificabile: chi non ha un cane non può davvero immaginare l’Amore incondizionato che si può ricevere…

    “Le informazioni contenute in questa rubrica sono esclusivamente di carattere divulgativo, generale e non devono in alcun modo essere sostituzione del parere medico del vostro veterinario di fiducia”