Categoria: PHOTOGRAPHY

  • LAVANDA LA PIANTA DELL’ESTATE

    LAVANDA LA PIANTA DELL’ESTATE

    a cura di Roberto Melotti – Photographer

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    La lavanda è un arbusto perenne originario del bacino mediterraneo, diffuso soprattutto nell’Europa meridionale.

    Oggi, il Paese dove la lavanda viene coltivata maggiormente è sicuramente la Francia e, in particolare, la Provenza dove, al tempo della fioritura estiva, si possono ammirare meravigliose distese di campi “colorati” di viola.

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    In realtà bei campi di lavanda, più piccoli e sparsi a macchia di leopardo rispetto a quelli provenzali, sono anche in Italia e pure nella nostra regione Emilia Romagna!

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    La lavanda non è amata solo dall’uomo, che sfrutta sin dall’antichità (si narra che il suo fosse pratica comune nell’Oriente di circa 5000 anni fa) le sue proprietà. Le essenze dei fiori di lavanda sono particolarmente amati anche da molti insetti, in particolare le farfalle!

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  • PRIMAVERA IN ARRIVO!

    PRIMAVERA IN ARRIVO!

    MAGAZZINO26 si prepara a salutare la primavera in arrivo con una serie di articoli a lei dedicata.

    Come non darle un po’ di attenzione?! Sarà lei a farci dimenticare le cupe e fredde giornate invernali…sarà lei a farci tornare il sorriso quando, uscendo di casa alla mattina il bel tempo ci aspetterà al varco.

    Cosa di meglio, per darle allora il benvenuto se non alcune foto a lei dedicate, in esclusiva su MAGAZZINO26, del fotografo Roberto Melotti?

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    ph. Roberto Melotti
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  • SNAPHOTOGRAPH RACCONTA SLIM AARONS PHOTOGRAPHER

    SNAPHOTOGRAPH RACCONTA SLIM AARONS PHOTOGRAPHER

    FOTOGRAFARE PERSONE ATTRAENTI, MENTRE FANNO COSE INTERESSANTI IN POSTI FANTASTICI

    Slim Aarons uno dei fotografi di punta della galleria SNAPHOTOGRAPH è stato un fotografo americano che si è distinto per le sue immagini intriganti che catturavano il benessere americano, raffigurando la vita delle celebrità e i personaggi del jet-set hollywoodiano. Aarons  nato nel New Hampshire nel 1912 inizio  la sua carriera come foto-reporter durante la seconda guerra mondiale, cogliendo i momenti più terribili e bui  di quel periodo dell umanità e raffigurando in modo realistico le notizie . Dopo la guerra che aveva conosciuto e detestato profondamente  , Aarons per voltare pagina si trasferì  in California  dove lavoro per diverse riviste come Town and Country, Vogue, Life e Travel + Leisure, avendo così l’opportunità di incontrare molte persone appartenenti all’alta società americana, e decise  di raffigurare la loro vita lussuosa attraverso i suoi scatti. Divenne  noto come ‘il fotografo dei ricchi e famosi’ e fotografo alcuni dei volti più esclusivi della storia d’ America; dalla bellissima Marilyn Monroe, la First Lady Jackie Kennedy Onassis a molte altre celeb tra cui Guy Vidal e Kirk Douglas, collezionando una galleria di ritratti sfacciatamente eccentrici fatti di eccessi, sfarzi e ostentazione. Aarons non giudicava ” sono solo un cronista con la macchina fotografica” diceva. E alle star piaceva per quello sguardo intimo,vero e silenzioso.

    Jacqueline Kennedy (Jackie Onassis) (1929 - 1994) - Ospite presso l'annuale 'April in Paris Ball' 1959 (Photo by Slim Aarons/Getty Images)
    Jacqueline Kennedy (Jackie Onassis) – Ospite presso l’annuale ‘April in Paris Ball’ 1959 (Photo by Slim Aarons / Getty Images)

    Con l’uso di colori brillanti e saturi è riuscito perfettamente a rappresentare il fascino hollywoodiano: ” lo stile di vita non era essenzialmente migliore, era diverso. Le persone ricche vivevano serenamente perché non erano influenzate da cose negative”. Le immagini rappresentano momenti molto privati di persone famose, grazie al suo sorprendente accesso al loro mondo, che lo ha spinto a diventare parte di esso. Nessun altro fotografo era mai stato accolto così calorosamente negli anni sessanta, settanta e ottanta. L’ obiettivo di Aarons era di “Fotografare persone attraenti facendo cose interessanti  in luoghi affascinanti”.

    Slim Aarons è morto il 26 maggio 2006 , all’età  di ottantasei anni. Il suo lavoro ancora sconosciuto al grande pubblico continua ad essere  esposto e collezionato a livello internazionale.

    Il produttore cinematografico Kevin McClory porta la moglie Bobo Sigrist e la loro famiglia a fare un giro in un "Amphicar" attraverso il porto al Nassau 1967
    Il produttore cinematografico Kevin McClory porta la moglie Bobo Sigrist e la loro famiglia a fare un giro in un “Amphicar” attraverso il porto al Nassau 1967
    Rita Aarons, moglie del fotografo Slim Aarons, su un materassino in piscina con le decorazioni natalizie, in lontananza si può scorgere la scritta Hollywood 1954 (Photo by Slim Aarons/Hulton Archive/Getty Images)
    Rita Aarons, moglie del fotografo Slim Aarons, su un materassino in piscina con le decorazioni natalizie, in lontananza si può scorgere la scritta Hollywood 1954 (Photo by Slim Aarons/Hulton Archive/Getty Images)
    Da sinistra a destra; la cantante Marianne Faithfull, l'onorevole Desmond Guinness e Mick Jagger (dei Rolling Stones)seduti su un divano sotto un dipinto di una donna in abito 18 ° secolo di grandi dimensioni con cornice dorata , in Irlanda a Leixlip Castle la casa di Desmond Guinness. 1968 (Photo by Slim Aarons/Getty Images)
    Da sinistra a destra; la cantante Marianne Faithfull, l’onorevole Desmond Guinness e Mick Jagger (dei Rolling Stones)seduti su un divano sotto un dipinto di una donna in abito 18 ° secolo di grandi dimensioni con cornice dorata , in Irlanda a Leixlip Castle la casa di Desmond Guinness. 1968 (Photo by Slim Aarons/Getty Images)
    L' editore Hugh M. Hefner fondatore della rivista per adulti 'Playboy' ,mentre lavora alla sua macchina da scrivere circondato dalle sue ragazze 'Conigliette' al Key Club di Chicago 1960 (Photo by Slim Aarons/Getty Images)
    L’ editore Hugh M. Hefner fondatore della rivista per adulti ‘Playboy’ ,mentre lavora alla sua macchina da scrivere circondato dalle sue ragazze ‘Conigliette’ al Key Club di Chicago
    1960 (Photo by Slim Aarons/Getty Images)
    ALa celebre casa a Palm Springs progettata da Richard Neutra per Edgar Kaufman. Lita Baron siede accanto a Nelda Linsk a destra, la moglie del mercante d'arte Josef Linsk che sta parlando con un amica Helen Dzo Dzo in fondo alla piscina 1970 (Photo by Slim Aarons/Getty Images)
    La celebre casa a Palm Springs progettata da Richard Neutra per Edgar Kaufman.
    Lita Baron siede accanto a Nelda Linsk a destra, la moglie del mercante d’arte Josef Linsk che sta parlando con un amica Helen Dzo Dzo in fondo alla piscina 1970 (Photo by Slim Aarons/Getty Images)
    Catherine Wilkein topless che si unisce ai bagnanti sull isola di Capri 1980 (Photo by Slim Aarons/Getty Images)
    Catherine Wilkein topless che si unisce ai bagnanti sull isola di Capri
    1980 (Photo by Slim Aarons/Getty Images)

     

  • FOTOGRAFARE LA DANZA

    FOTOGRAFARE LA DANZA

    a cura di ANDREA CHEMELLI

    La fotografia di scena è una branca molto particolare, capace di dare grandi soddisfazioni ma che, oltre a richiedere una spiccata sensibilità artistica unita a un’ottima padronanza tecnica, obbliga il fotografo a osservare una serie di regole e attenzioni.
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    È infatti necessario operare in maniera di non recare disturbo agli spettatori e agli artisti sul palco: bisogna diventare invisibili e silenziosi, perché anche il click di uno scatto nella platea di un teatro può risultare molto più rumoroso di quanto si possa pensare. È quasi sempre necessario fotografare da fondo sala o da uno dei palchi frontali (quindi da una postazione lontana anche decine di metri dal palcoscenico), ed è assolutamente vietato usare il flash e farsi notare in alcun modo.

    Se poi si tratta di uno spettacolo di danza, le cose si complicano ulteriormente: ci si trova a riprendere azioni dinamiche con luci di scena sempre affascinanti ma spesso decisamente scarse per la fotografia, quindi bisogna lavorare con fotocamere capaci di alte sensibilità, teleobiettivi molto luminosi e tempi di scatto sufficientemente veloci a bloccare movimenti come salti e piroette: in poche parole, si opera in condizioni al limite. È uno dei tipi di fotografia meno democratici, per poterla praticare è indispensabile possedere un’attrezzatura adeguata, decisamente costosa.

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    Personalmente, uso fotocamere Nikon full frame (D4s e D800), con ottiche 70-200 f2,8 VR e 300 f2,8, montate su un monopiede con testa a sfera e regolate tra i 1200 e i 5000 ISO, con diaframmi molto aperti e tempi di scatto da 1/125 a 1/500 di secondo. È inutile ricercare un bilanciamento del bianco specifico visto che il colore delle luci cambia continuamente, ma può essere conveniente scattare in raw, per poter in seguito recuperare errori di esposizione. Altri accorgimenti: per prima cosa è necessario procurarsi un accredito (di norma non è consentito fotografare durante uno spettacolo), dopo di che conviene arrivare in teatro col dovuto anticipo, informarsi su dove è o non è consentito posizionarsi, vestirsi di nero (non per sfizio estetico ma per potersi muovere nella penombra senza farsi notare), procurarsi un’imbottitura insonorizzata per la fotocamera (che va regolata in modalità “scatto silenzioso”), trovarsi una postazione frontale a fondo sala, badando a non impallare la visuale di spettatori o cameramen, e soprattutto scattare con parsimonia, approfittando degli stacchi musicali più forti, che spesso coincidono con gli “accenti” coreografici.

    Se è possibile, assistere alle prove dello spettacolo ci può aiutare molto per capire quali saranno i momenti più interessanti, oltre a permetterci di fotografare i danzatori in momenti di minor tensione e da postazioni più vicine, approfittando della mancanza di spettatori.

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    È sempre buona regola consegnare o spedire entro tempi brevi una selezione delle immagini migliori agli artisti, al regista o al direttore artistico del teatro: in questo modo, se si è lavorato con professionalità, sarà possibile ottenere in futuro nuovi accrediti.

    Infine, un occhio di riguardo nel precipitarsi a pubblicare ovunque le immagini appena riprese: chiedere agli artisti o a chi per loro un’autorizzazione o anche un semplice parere è di dovere.

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  • DISCRET GLAMOUR – dietro l’obiettivo

    DISCRET GLAMOUR – dietro l’obiettivo

    DIETRO L’OBIETTIVO – IL PUNTO DI VISTA DEL FOTOGRAFO

    a cura di Andrea Chemelli

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    (attrezzatura utilizzata: fotocamera Nikon d4s, ottiche Nikon 24-120 f4 VR e 70-200 f2.8 VR, flash Nikon sb900, pannello riflettente Lastolite).

    Come amo ripetere, una foto di moda non dipende solo dal fotografo ma è la risultante della combinazione, più o meno felice, di una serie di ingredienti. Prima di tutto, il soggetto: da una modella inesperta, rigida e poco motivata è quasi impossibile cavare qualcosa di buono. Subito dopo viene la luce: bisogna saperla conoscere, interpretare e all’occorrenza manipolare perché risulti funzionale a un determinato soggetto. Non meno importanti, la professionalità e l’estro di stylist, parrucchiere e truccatore, e l’affiatamento tra i componenti del gruppo di lavoro. Infine, la location: in un’epoca di incertezza, nella quale moltissime aziende per paura di osare qualcosa di diverso preferiscono rifugiarsi nell’anonimato di set privi di ogni emozionalità, la possibilità di scattare in un luogo ricco di fascino e personalità può regalare all’immagine un importante valore aggiunto, né più né meno di un bel dipinto collocato in uno spazio espositivo di pregio.

    Già in fase di sopralluogo, entrando per la prima volta nella modisteria Yesey si percepisce qualcosa di speciale, magico, intrigante…un’atmosfera a base di luci soffuse, colori caldi, materiali vissuti, oggetti d’altri tempi, artigianalità. Anche il minuscolo borghetto che la ospita è un autentico angolo della vecchia bologna, di quelli che ormai non si trovano quasi più.

    Mi è quindi sembrato giusto, in fase di ripresa, rispettare il più possibile l’atmosfera e lo spirito del luogo, senza rischiare di snaturarlo con la costruzione di set e schemi luce complessi. Ho usato solamente un pannello riflettente e, in un paio di casi, un morbidissimo flash di rimbalzo regolato a bassa potenza. L’interpretazione della modella Sara Cilloni, la bellezza dei capi d’alta moda selezionati da Nicola Luccarini e Cristina Fortini, il make-up di Ginevra Fusari e le acconciature di Paolo Crepaldi hanno fatto il resto…e ok, mi ci metto anch’io!

    Allo shooting ha partecipato anche il giovane fotografo Gianpaolo Simonetti, che si è occupato di riprendere il backstage.

    Guarda il servizio completo DISCRET GLAMOUR qui!

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  • FOCUS-ON LUCA PIOLA

    FOCUS-ON LUCA PIOLA

    IMMAGINI ATTRAVERSATE DAL SILENZIO

    Luca Piola è Genovese di nascita ma Newyorkese di adozione. Attraverso le sue fotografie indaga il rapporto tra l’uomo e alcuni spazi particolari, esplorando la relazione invisibile che s’intesse tra l’uomo e questi “spazi-soglia” capaci di trasportare chi vi entra in una realtà differente, fisica e mentale facendolo scivolare verso diversi percorsi interiori. Il museo è uno degli ” spazi-soglia” preferiti dell’artista: un luogo diverso e separato dal mondo esterno.

    Luca Piola ha esposto i suoi lavori in diverse mostre, l’ultima al museo Villa Croce a Genova. Tra le più importanti degli ultimi anni: Palazzo dell’Arengario a Milano, Galleria, San Ludovico a Parma, Castello Sforzesco a Milano, Galleria PWPL a Long Island,  West Chelsea Artists Open Studios a New York.

    PASSENGERS
    “Quando si entra in un museo, si entra in un’altra realtà’, in un’altra dimensione di quella realtà che è la propria vita. Quando attraversi le porte di un museo ogni cosa fuori diventa lontana, quasi scompare. M’interessa cosa le persone sentono o percepiscono in questo spazio. Entrano in questo luogo ed è come se salissero su un treno, diventano passeggeri, “Passengers “ di un viaggio verso altri luoghi della mente. Li racconto in questo liquido fluire; raccolgo tracce di viaggi mentali in mezzo a brandelli di memorie”.
    Luca Piola 

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    A maggio 2016 Luca Piola ha presentato al museo di arte contemporanea Villa Croce di Genova e alla Tate Modern di Londra il suo libro d’artista che raccoglie le foto di questo lavoro.

    Book Passengers

    Tutto il progetto del libro è basato sull’idea di museo.

    Passengers Artist Book

    Il libro è rivestito da una carta da parati francese bianca che rimanda all’ intonaco dei muri dei musei. Il titolo è stampato su una spessa etichetta incollata sulla copertina come se fosse la didascalia di fianco ad un’opera d’arte.

    Il libro si apre e si chiude con due fogli di pellicola trasparente con dei pallini che ricordano quelli che si trovano sulle porte dei musei. La misura delle stampe originali riportate nel libro è stata scelta per ricordare quella delle cartoline d’arte vendute nelle librerie dei musei.

  • RITORNO IN CITTÁ – dietro l’obiettivo

    RITORNO IN CITTÁ – dietro l’obiettivo

    DIETRO L’OBIETTIVO – IL PUNTO DI VISTA DEL FOTOGRAFO

    a cura di Andrea Chemelli

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    (attrezzature usate: fotocamera Nikon d4s, ottiche Nikon 24-120 f4 VR, 85 f1,4, 70-200 f2,8 VR, pannello riflettente Lastolite)

    Raccontando di questo shooting colgo l’occasione per parlare di una situazione decisamente tipica, ben nota a modelle e modelli: il fattore temperatura. La fotografia di moda ha tempi del tutto particolari, e spesso le immagini che vediamo nelle pubblicità e negli editoriali con le novità autunno-inverno (o primavera-estate), in realtà sono state scattate con mesi di anticipo. Ecco quindi che più di una volta la povera modella è costretta a vestirsi di tutto punto con tanto di maglione, sciarpa, cappotto e stivali in piena estate, quando la colonnina di mercurio sfiora i 40 gradi…oppure a indossare il costume da bagno in una bella (ma decisamente fresca) giornata di inizio marzo. Ok, anche questo fa parte del mestiere e talvolta la professionalità impone simili sacrifici, però a volte ci si trova davvero in condizioni limite. È quello che è successo a noi, in quel caldissimo cinque luglio in un pittoresco “borghetto” alle porte di Bologna, città tra le più afose che io conosca, almeno a queste latitudini. È soprattutto in questi casi che la mia precedente esperienza da fotomodello mi viene in aiuto: conviene limitare il più possibile i tempi di scatto, cercando di studiare bene pose e inquadrature prima di far vestire la modella, e considerare opportuni tempi di recupero tra uno scatto e l’altro. Sarebbe ancora meglio scegliere una location al di sopra dei mille metri, ma non sempre è possibile, e oggi è andata così. Credo di aver sudato come James Brown in un concerto. Quindi, complimenti a Emma Ruiba, la nostra modella, che ha dato prova di grande stoicismo, oltre che a Nico, Fabio, Paolo e Yenny, come sempre fantastico gruppo di lavoro.

    Guarda il servizio completo “Ritorno in città” qui!

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  • VERONA – Roberto Melotti

    VERONA – Roberto Melotti

    ” VERONA CITTA’ DELL’ AMORE,

    SE AMI UNA PERSONA PORTALA A VERONA! “

    Verona vista da Roberto Melotti per Magazzino 26

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