Categoria: ART & LIFESTYLE

  • Seguendo l’arcobaleno

    Seguendo l’arcobaleno

    “ALZA GLI OCCHI AL CIELO
    NON TROVERAI MAI ARCOBALENI SE GUARDI IN BASSO”
    Charlie Chaplin

    L’arcobaleno compare in diversi dipinti con significati diversi per ogni corrente artistica. Appare spesso in quadri a scopo religioso a rappresentare la serenità e l’armonia ritrovata. Sono molte le correnti artistiche che hanno valorizzato questo simbolo, ad esempio il romanticismo ha messo in evidenza un lato importante dello stesso, ovvero la luce. Gli artisti che hanno utilizzato la figura dell’arcobaleno sono John Constable, e William Turner. L’americano George Inness dipingeva come un francese dell’ecole di Barbino e citava Turner e Constable nel rapporto stretto con le nubi e il cielo. Inness è stato tra i più grandi pittori americani dell’ottocento che hanno portato negli stati uniti il fare di Corot e la pittura en plein air, ma la matrice rimane romantica. I fenomeni ottici non sono bellezze prive di simbolo , ma ai suoi occhi appaiono come segni inviati da Dio che parla attraverso la natura. Dopo il viaggio in Italia l’artista si stabili a Montclair nel New Jersey e sopratutto negli ultimi dieci anni manifestò una crescente tensione mistica. Muore nel 1894 di di fronte a un cielo meraviglioso esclamando: “ Mio Dio! oh, com’è bello “

    L’estate è il momento dell’amore ”senza se e senza ma” già da parecchi anni ormai molte case di moda celebrano questo simbolico arco di colori con capsule che inneggiano alla consapevolezza e alla accettazione di tutti. Per celebrare il Pride Month 2021 Boss presenta una capsule collection a sostegno dell’ILGA, associazione che si batte per la parità dei diritti da oltre 40 anni  Racconta Ingo Wilts , chief Brand officer di Ugo Boss: “Noi come azienda vogliamo sostenere le cause a supporto di una società inclusiva tramite il messaggio “Amore per tutti, Tutti possiamo fare la differenza” Stella Mc Cartney  si è espressa con una bella maglia in cotone ricamato con un grande arcobaleno che attraversa il petto ,immerso in un paesaggio tropicale dal quale sorge il sole. Chanel ha addirittura” tuffato” il suo tradizionale tailleur nei colori sfumati dell’arcobaleno ottenendo un effetto nuovo dal chiaro messaggio sociale.

  • YAYOI KUSAMA  “un mondo a pois”

    YAYOI KUSAMA  “un mondo a pois”

    YAYOI KUSAMA nasce a Matsumoto nel 1929, era la più piccola di quattro figli. Cominciò a fare arte già all’età di 10 anni e, sin da allora ha dipinto dei punti. Kusama racconta che quando da bambina disegnava, sua madre arrivava all’improvviso alle sue spalle e le strappava i disegni dalle mani creando in lei il panico che ha inciso tanto nel suo processo creativo, come reazione a questo comportamento della madre la porta terminare sempre più rapidamente i disegni prima della incursione materna.

    La famiglia Kusama si occupava di vendita all’ingrosso di semi, verdura e piante. Il suo complicato mondo interiore si è evoluto in parallelo alla sua crescita, e a 10 anni sono cominciate le allucinazioni, sia visive che all’udito: vede l’aura intorno agli oggetti,e sente parlare piante e animali. Da questo momento la pittura diventa un mezzo espressivo per comunicare al mondo il suo complicato stato emotivo. Frequenta la scuola d’arte e studia la pittura Nihonga, uno stile caratterizzato da un grande rigore formale.

    Nella sua biografia lei racconta dell’inizio quando era in un campo di fiori e…”c’era una luce accecante, ero accecata dai fiori, guardandomi intorno c’era quell’immagine persistente, mi sembrava di sprofondare come se quei fiori volessero annientarmi” Un’esperienza questa che segnerà la sua vita con conseguenze anche drammatiche. Nel 1958 dopo una corrispondenza con Georgia o’Keeffe, che lei considera la sua musa ispiratrice, si trasferisce a New York. Un inizio con molte difficoltà, in una realtà artistica dominata dagli uomini; “ in quei primi mesi ero molto povera, realGiapponezzavo tanti quadri, ogni giorno disegnavo e dipingevo cosi potevo sentirmi realmente appagata”

    La prima esposizione è alla galleria BRATA dove nacquero molti artisti, prevalentemente espressionisti astratti dove, attrasse l’attenzione de critico John Donn: “ il suo lavoro basato sull’arte concettuale mostra alcuni aspetti del femminismo, minimalismo, surrealismo, art brut, pop art ed espressionismo astratto accumunati tutti dalla tecnica dei pois” Nel 1975 lascia definitivamente New York, deve tornare in Giappone a causa di problemi alla vista e a continue allucinazioni. Dal 1977 è ospite fissa presso il Seiwa Hospital a Tokio, ma questo non le ha impedito di affittare un atelier davanti all’ospedale, in cui si reca ogni giorno per dipingere e collaborare anche con celebri brand di moda come Louis Vuitton e Lancome. Nel 1993 è invitata a rappresentare il Giappone alla biennale di Venezia. Su direi il filosofo Asada Akira scrive: “ ha saputo rovesciare il fenomeno, potenzialmente mortale,della ripetizione compulsiva, lo ha trasformato in arte e a pianificato cosi un percorso di guarigione (…) la sua arte è arrivata ben oltre la semplice auto/guarigione”

    Tantissime le collezioni ove compaiono pois di tutte la dimensioni. Marc Jacobs ha usato la creatività di Kusama per dare una svolta allo storico logo Vuitton e i puntini di tutte le dimensioni invadono le famosissime borse. Christopher Kane stampa grossi bolli neri su grandi fascie arcobaleno nel trench in PVC. Mentre Chiara Boni ne da una versione più sofisticata su uno spolverino e cappello in satin. In versione elegante su chiffon Valentino allinea i cosiddetti “Polka Dots” su righe bianco-nero. Patterns estremamente versatile, lo dimostra Moncler trapuntando grandi bolli su giacca e cappello di nylon.

  • 10 STAR DEL MONDO DELL’ARTE REINTERPRETANO L’ICONICA BORSA LADY DIOR

    10 STAR DEL MONDO DELL’ARTE REINTERPRETANO L’ICONICA BORSA LADY DIOR

    DIVENTERANNO SICURAMENTE OGGETTI DA COLLEZIONE

    InnoFashion è la nostra rubbrica che raccoglie le ultime novità del mondo fashion cercando di cogliere quanto di più innovativo questo affascinante mondo esprime.
    by Marinella Verni |•|

    Claire Tabouret nel suo studio

    Moda e arte parlano spesso un linguaggio comune fatto di creatività e ricerca.  Nuova testimonianza di questa liaison è l’ultima edizione del progetto Dior Lady Art, dove la storica maison francese ha presentato dieci nuove versioni della sua famosa borsa Lady Dior, ognuna trasformata con fantasia dalla visione unica di un artista. Dal lancio di Dior Lady Art nel 2016, Lady Dior e gli iconici ciondoli sono stati trasformati da tanti importanti artisti. Ora, per la quinta edizione, un nuovo gruppo ha raccolto la sfida. Provengono da Cina, Madagascar, India, Sud Africa, Russia e Stati Uniti. Tra loro ci sono: Joël Andrianomearisoa, Judy Chicago, Giesla Colón, Bharti Kher, Mai-Thu Perret, Recycle Group, Chris Soal, Claire Tabouret e Olga Titus.

    Mai Tu Perret nel suo studio.

    Bharti Kher nel suo studio.

    La borsa è stata lanciata per la prima volta nel 1994 dall’allora direttore creativo Gianfranco Ferré, e lo stile è stato notoriamente amato da tante donne.

    “Un gioiello artigianale progettato e realizzato con i materiali più belli e un libro aperto sull’identità storica di una casa profondamente attaccata ai suoi simboli ”, scrive la casa in un comunicato stampa.

    “Scrive la propria storia in audaci colpi di scena, al di là del regno della moda”.

     

  • Efertrada by Ikea

    Efertrada by Ikea

    Sembra approdare  anche sul  mercato europeo “Efertrada”. Si chiama così  la fashion capsule collection di Ikea  già  in  vendita sul sito web Ikea Japan e in alcuni store Ikea giapponesi. Una t-shirt per grandi e piccini, una tissue bag, una felpa sempre per grandi e piccini, una borraccia, un ombrello, un set di due asciugamani ed alcuni piccoli gadget; questi i pezzi della fashion collection destinata (così si dice) ad ottenere un grande successo anche da noi. Certo il risultato  esaltante ottenuto da Lidl con una operazione analoga fa loro ben sperare. Il fatto che questo noto brand si sia comunque dedicato ad affrontare in primis un mercato non Europeo per proporsi nel mondo fashion la dice lunga su quanto l’Europa sia relativamente appetibile per questo settore di vendita. Ciò dovrebbe forse farci riflettere?! Attendiamo pazienti gli eventi😁

     

  • CADRO’, SOGNANDO DI VOLARE

    CADRO’, SOGNANDO DI VOLARE

    LEGGERE…DI TUTTO E SEMPRE…POCHE COSE SONO FASHION COME UN LIBRO!
    di Patrizia Lelli |•|
    Leggo, sempre, mi incuriosisce ogni storia, ogni tipologia di libro, dallo storico, al “leggero”, dall’italiano più dolce all’americano più cruento. Sarà che non viaggio molto e ora ancora meno, ma leggere come diceva Eco ti fa vivere molte più vite oltre la tua…è il mio modo di essere “alla moda”…

    CADRO’, SOGNANDO DI VOLARE

    Di Fabio Genovesi

    E’ uscito da poco più di un anno questo nuovo libro di Genovesi e mi è proprio piaciuto! A tratti è surreale, ma può essere anche divertente e al contempo di ispirazione…

    Ambientato nel 1998, narra la storia di Fabio, studente “laureando” di Giurisprudenza e del suo servizio civile sulle montagne dell’Appennino toscano. Ma che ci azzecca con lui un prete, don Basagni, “paralizzato” e incazzato con il mondo intero, un convento vuoto, un prete meccanico e una donna delle pulizie, Flora e la sua stranissima figlia Gina, ma soprattutto che ci azzecca il mitico Marco Pantani??? Lo svolgimento è tutto qui, ti prende e ti fa riflettere, ti porta su montagne sconosciute e storie mai dette, tra viaggi persi, voglia di amici e di possibilità perdute, ma anche di un riscatto morale che viene da lontano nel tempo, …. si riuscirà forse a capire che a volte anche l’impossibile diventa …possibile!

    Consigliato!

  • HIRAMEKI, in principio era la macchia

    HIRAMEKI, in principio era la macchia

    Fantasticarte di Daniela Troni |•|

    Hirameki, in giapponese significa “lampo d’ispirazione”, fa riferimento alla scintilla ispiratrice che innesca l’immaginazione e la creatività, è una pratica che insegna a sviluppare la fantasia a partire da macchie d’inchiostro, che con l’aggiunta di qualche linea, disegnata a penna, si trasformano in forme e oggetti inaspettati.

    Anche il grande Leonardo Da Vinci, esortava i suoi allievi a ispirarsi guardando le macchie di muffa sui muri! Ma non c’è bisogno di essere degli artisti per farsi suggerire un personaggio da una macchia di colore, basta liberare la fantasia. Mi ricorda il gioco che facevo da bambina, quando guardavo passare una nuvola e ci vedevo un cavallo, un coniglio, a volte un gatto acciambellato, insomma, lasciavo correre liberamente la mia l’immaginazione. Se avete voglia di provare, vi suggerisco il libro intitolato Hirameki, edito da Thames & Hudson, dove i due autori Peng e Hu ci insegnano a trovare ispirazione nelle macchie di colore, con tanti esempi suddivisi in sette parti: animalism, collections, variations, additions, conbinations, interactions e freestyle, la mia parte prefertita!

    L’hirameki ci insegna a guardare oltre, ad andare oltre le convenzioni aprendo infinite prospettive e molteplici interpretazioni.

    Fantasticarte loves hirameki.

  • PIET MONDRIAN

    PIET MONDRIAN

    PIET MONDRIAN fondatore del “NEOPLASTICISMO” assieme a TEO VAN DOESBURG che daranno vita alla rivista DE STIJL.

    Diversamente dai cubisti, Mondrian cerca di conciliare la sua pittura con le sue ricerche spirituali e nel 1913 cominciò ad unire la sua visione d’arte con gli studi teosofici in una teoria che segnerà la sua rottura finale con la pittura rappresentativa. In una lettera a Hans-Peter Bremner nel 1914 esprime molto chiaramente la sua teoria artistica.

    “Costruisco combinazioni di linee e di colori su una superficie piatta, in moda da esprimere una bellezza generale con una somma coscienza. La Natura (o ciò che vedo) mi ispira, mi mette, come altro pittore, in uno stato emozionale che mi provoca un’urgenza di fare qualcosa, ma voglio arrivare più vicino possibile alla verità e astrarre ogni cosa da essa, fino a che non raggiungo le fondamenta (anche se solo le fondamenta esteriori!) delle cose.”

    Già verso la fine del 1919 iniziò a produrre quadri a “griglia” lo stile per cui sarebbe diventato famoso. I quadrati sono dipinti  con i colori primari, con forme rettangolari sottili e il colore delle griglie che tende a schiarire quando si avvicinano all’orlo della tela. Dal 1921 il suo stile raggiunge una forma matura. Linee spesse nere separano le diverse campiture di colore . Nel settembre del 38, Mondrian lascia Parigi a causa dell’avanzare del nazismo e si trasferisce a Londra. Dopo l’invasione dei Paesi Bassi e la caduta di Parigi nel 40 si trasferisce a New York dove rimane fino alla morte. I nuovi lavori dell’artista a New York sono ancora più stupefacenti, l’immagine della città  lo influenza notevolmente e i suoi quadri divengono una complessa grata di linee rosse, gialle e blu che creano un senso di profondità mai raggiunto.

    “ Mi esprimo attraverso i mezzi della natura, ma se tu osservi attentamente la sequenza del mio lavoro, vedrai che ha progressivamente abbandonato l’apparenza naturale delle cose e ha gradualmente enfatizzato l’espressione plastica delle relazioni.”

    Questi “ mezzi della natura” , nel primo Mondrian sono quelli che lo portano a raffigurare una realtà fenomenica declinata comunque secondo quelle pulsioni simboliche che caratterizzano la prima parte del suo lavoro. L’artista evita accuratamente le sfumature , non usa linee curve, quello che vuole costruire è un sistema di rette ortogonali e di colori puri che creano una tensione armonica e un equilibrio di forze opposte.

  • TORTA DI NOCCIOLE

    TORTA DI NOCCIOLE

    TORTE sempre di MODA …. come un foulard di HERMES! 

    di Patrizia Benati  |•|

    Ciao a tutti, eccomi di nuovo a voi con una ricetta originale a base di nocciole. Ho dovuto farla e rifarla molte volte prima di trovare il giusto equilibrio degli ingredienti, poi finalmente il mix perfetto. Cremosa, dolce e confortante come un maglione di cachemere, avvolgente come un cappotto morbido oversize, consistente e gratificante come una coccola dalle persone a noi care di cui necessitiamo, fortemente, in questo periodo un po vuoto di incontri.

    Per la base:
    100 gr di farina
    120 gr di nocciole tostate
    2 uova
    100 gr di burro
    120 gr di zucchero
    ½ bustina di lievito
    Per la crema:
    600 gr mascarpone
    300 ml di panna fresca da montare
    250 gr di crema 100% nocciola
    100 gr di cioccolato gianduia classico
    50 gr di cioccolato gianduia fondente
    30 gr di zucchero a velo
    Imburrare una pirofila con cerniera di cm 26 di diametro e cospargerla di farina. Tritare finemente le nocciole nel mixer usando il tasto pulse. Fondere il burro a bagnomaria. Setacciare la farina con il lievito. In una ciotola montare molto bene i tuorli con 80 gr di zucchero finché non diventa chiaro e soffice, aggiungere le nocciole tritate ed il burro fuso, mescolare bene prima di versare la farina con il lievito. Montare gli albumi a neve con i rimanenti 40 gr di zucchero, incorporarli delicatamente al precedente composto mescolando dal basso verso l’alto. Infornare a forno caldo e cuocere a 150 gradi per 35/40 minuti. Sformare direttamente sul piatto di portata. Lasciare raffreddare. Fondere il cioccolato gianduia a bagnomaria poi lasciarlo intiepidire. Incorporare al mascarpone la crema 100% nocciole poi aggiungere il cioccolato fuso. Montare la panna con lo zucchero a velo ed unirla alla crema di mascarpone, mescolare molto bene finché non sarà uniforme. Mettere uno stampo ad anello attorno alla base e versarvi la crema di panna e mascarpone, livellare uniformemente. Coprire con la pellicola e mettere in frigorifero almeno 12 ore, togliere l’anello e decorare a piacere prima di servire.
    Preferisco usare la crema di nocciole 100% perché ha un profumo ed un sapore più intenso delle solite creme cioccolato e nocciola da spalmare.