SOVRIMPRESSIONI

Un libro d’artista di Fabrizio Cotognini pubblicato da Parallelo42 di Pescara

Con uno sguardo che sorvola le praterie espressive della storia, Fabrizio Cotognini Él dibuja las figuras de un deseo que descansa sobre la barandilla para ver el reflejo del paisaje estético de tiempo y diseñar un risalimento mágica cuyo voltaje muestra un mundo poético densa de referencias al Manual de Zoología Fantástica (1957) di Borges, finalmente abrió una cortina clara y brillante en un bestiario que se convierte en una metáfora del paisaje actual. Le idee dominanti dei suoi lavori – volatili, insectos, verzure, apparati architettonici, Los signos alquímicos y misteriosofici - presentarse como la grabación de un estímulo sensorial y un principio de selección que guía el tono, colores, parole, visiones y notas engrosadas en un espectro visual del sabor filosófica donde la contemplación de la forma, dal punto di vista dell’impressione, Da lugar a análisis y grados de conciencia mental que implican la función especulativa del espectador composicional. La sua infatti è una fantasia programmata che non vuole soltanto stupire e rapire il pubblico, ma spingerlo anche in un territorio seducente dove tutto può esistere e dove la forza del pensiero accelera la corsa per raggiungere la vertigine, la verginità di apparizioni, di costanti ricerche sul destino della modernità, sul progetto moderno dell’arte. Sullo sfondo di una coesistenza enunciativa che racconta i drammi del presente, Cotognini disegna una realtà parallela che non si allontana dal dramma del quotidiano – la funzione sociale dell’artista è, per lui, cercare le lingue fluttuanti e sperare nei desideri desiderati – ma delinea una teoria delle tematiche secolari, una disciplina degli inizi e delle fini che raffredda la soglia della scientificità per descrivere un nuovo campo di istituzioni materiali. Espressione e impressione nel suo lavoro si compenetrano mediante una scrittura musicale dal tono melodrammatico, accentuato dalla sillaba alata, dal ritmo leggero, dall’onda volutamente disarmonica del suono che si fa immagine dipinta. Un cervo celeste («animali camminano sotto terra e non hanno altra brama che uscire alla luce del giorno. Sanno parlare, e pregano i minatori che li aiutino a uscire»), un favo con le api, una libellula, una mantide religiosa, una falena, una cavalletta, una brocca e, tra le altre forme visibili, il volto del primo criminologo della storia (Marco Ezechia Lombroso – «il criminale è un essere atavistico che riproduce sulla propria persona i feroci istinti dell’umanità primitiva e degli animali inferiori»), l’anatomia di una frase in codice (Et in Arcadia ego) o il riferimento coltissimo a Rubens, a Guercino, a Velásquez, a Duchamp, a Beuys, a Baruchello, a Vettor Pisani e a De Dominicis sono in questo suo nuovo progetto materiali minimi, rumori collaterali di una narrazione frenologica e artistica che attraversa le discipline esistenti per trattarle, reinterpretarle, sovrimporle ad un ventaglio di ipotesi le cui oscure continuità assottigliano la ricostruzione degli sviluppi nella forma lineare della storia. Centrifugando una serie di oggetti incompleti, di temi atomistici, di conoscenze imperfette, di filosofie umbratili (Foucault) che ingombrano la letteratura, l’arte, le scienze, il diritto, la morale e perfino la vita quotidiana degli uomini, Fabrizio Cotognini produce oggi straordinarie immagini, poliglottie visive dove nascono fiori d’aria, intrecci immaginifici, appunti luminosi ai margini d’un libro che si chiama vita.

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a cura di Antonello Tolve

 

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