L’INFERNO

MAPPE TEATRALI

a cura di Alessandro Tampieri

“Nel mezzo del cammin di nostra vita…”

Nostra. Dunque il testo di Dante parla a noi, di noi.
E la sua scrittura racconta storie. Di persone. Vere. Vive. Un tempo.
Ho scelto di ambientare l’Inferno en un cementerio, casi como si el grupo fueron las etapas de un viaje que es el mismo público para hacer. Quasi che lo sguardo degli spettatori fosse una telecamera, che da una visione panoramica si fissa con lo zoom su un particolare.
Como sucede con el visitante, la cui attenzione cade casualmente su una lapide, un nombre, una fototra le tante.
E per un attimo quel nome e quella foto riacquistano vita.
Sono le anime dei dannati, che invitate da Dante a raccontarsi, vengono avanti con la teatralità di una scena madre. Un diálogo se convierte en un monólogo, dónde encontrar – per un’ultima volta – corpo, peso, voce, respiro.

El blanco de un foco que ilumina la escena.
Il resto è silenzio. oscuro. cortina.
“Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate.”

Copia di Tampieri Dante@Certosa ph.Sftefanelli 3 Copia di Tampieri Dante@Certosa ph.Sftefanelli 2

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